giovedì 16 dicembre 2021

Liberare Pasolini :La serietà dell'orizzonte pre politico dello sciopero generale. CGIL UIL del 16 Dicembre 2021

 


Le analisi politiche sul senso dello sciopero generale di oggi organizzato da CGIL ed UIL  in fondo hanno poca importanza ed altrettanta poca importanza ha la solita guerra sui numeri e sulle percentuali dei partecipanti.

E la stessa ipotesi circa una mutazione genetica dei due sindacati  verso una configurazione politica di opposizione "da sinistra, per quanto interessante ed anche legittima non coglie il senso di quel che è accaduto: una possibile tempesta/una speranzosa tempesta 

I due sindacati hanno chiarito che nessun governo è eterno, hanno comunicato che questo governo di unità nazionale non è proprio proprio di unità nazionale perché ha scelto quale rappresentanza sociale privilegiare in un momento, anche precedente alla pandemia, in cui i ricchi diventano sempre più ricchi e i poveri  non solo sempre più poveri ma aumentano il loro numero e le stragi dei morti sul lavoro non hanno fine.

Il luogo pre politico dello sciopero, luogo etico sta tutto nelle dichiarazioni di Elly Schlein, vicepresidente della Regione Emilia Romagna   "Nessun governo è intoccabile. E questo non ascolta"

Non abbiamo più il Messia Patriottico che aprirà le acque del Mar Rosso e ci porterà  verso la Terra Promessa dove scorre latte e miele. 

"Questo governo non ascolta"  La sua stagione messianica. è finita. Resta un governo legittimo ma di parte ,un governo schierato, un governo neo liberista . Il Re è nudo e la tempesta sta nella speranza di tornare a fare politica territoriale, concreta incontrando le persone, il loro vissuto, i loro bisogni, le loro gioie e le loro angosce.Il sindacato nel pre politico oggi fa sognare: tornano i movimenti di massa, torna la beneamata lotta di classe o meglio ritorna come possibilità di rivincita. perché la prima partita di lotta di classe nel secolo XX e nel primo ventennio del XXI  l'han vinta i padroni molti dei quali probabilmente elettori dell'arcipelago del centro sinistra  che del governo neo liberista è cantore e menestrello.

E se tornano i movimenti di massa, torna la distinzione  seria tra sinistra e destra ,meglio tra sinistra di rappresentanza costituzionale di classe ed estrema destra, nulla togliendo alla necessità politica dell'esistenza di una destra seria e costituzionale avversaria  ma dentro la Repubblica. E se tornano i movimenti di massa non c'è più spazio per liquidità fumose e per indebite appropriazioni . Recentemente l'Huffington Post  denunciava sconsolatamente come definitiva l'appropriazione delle meditazioni di Pasolini all'interno della galassia no vax e dell'estrema destra italiana ed europea (https://www.huffingtonpost.it/entry/pasolini-improbabile-icona-no vax_it_61adb4b1e4b044a1cc25317b)

Tutto questo è stato reso possibile perché l'orizzonte etico, laicalmente etico del luogo pre politico, delle visioni contrapposte è stato azzerato  e tutto è di tutti e quindi nulla è di nessuno.

Lo sciopero del 16 Dicembre ci narra una speranza: ci sono i padroni e ci sono gli sfruttati, ci sono gli ultra garantiti e ci sono i fragili, ci sono i ricchi ai quali la stessa ipotesi pur minima di una tassa sulle procedure di successione suscita le urla perché ritenuta   possibile patrimoniale, e i poveri che chiedono una seria patrimoniale ed una seria lotta all'evasione fiscale per una più equa distribuzione del reddito, ci sono coloro i quali non hanno problemi  per l'acquisizione dei servizi al cittadino perché possono sempre adire il luogo privatistico con l'odor del denaro e coloro i quali per quei servizi del welfare  si scontrano ogni giorno con il mostro della burocrazia e delle consorterie 

Poi ci sono gli intellettuali..

"Il primo dovere degli intellettuali, oggi, sarebbe quello di insegnare alla gente a non ascoltare le mostruosità linguistiche dei potenti al governo, a urlare, a ogni loro parola, di ribrezzo e di condanna. In altre parole, il dovere degli intellettuali sarebbe quello di rintuzzare tutte le menzogne che attraverso la stampa e soprattutto la televisione inondano e soffocano quel corpo del resto inerte che è l'Italia.

Invece, quasi tutti gli intellettuali accettano sostanzialmente quello che accettano i potenti al governo. Essi non sono affatto scandalizzati dalla mostruosità della lingua degli attuali detentori del potere".

#PierPaoloPasolini, 27 marzo 1975, Lettere Luterane, 1976.

venerdì 26 novembre 2021

Le punte di spillo della Lepre Marzolina in data 29 Luglio 2021 su Critica Liberale versus i No. Vax




https://criticaliberale.it/2021/07/28/no-vax-si-nazi/


Come Capo del glorioso movimento NO-SEM, che lotta contro la dittatura di quel Rosso nei semafori che impone di fermarsi agli incroci e fa strage della nostra libertà individuale, devo annunciare due brutte notizie: prima di tutto, la nostra socia fondatrice, la furbetta Giorgia Meloni, ha tradito gli ideali che ci guidano ed è stata vista aspettare che il semaforo diventasse giallo, alla Garbatella presso piazza Ricoldo da Montecroce, angolo “Fontana della Carlotta”, vicino a via Guglielmo Massaia, per poter affermare successivamente di aver rifiutato il Verde, ma di non essere passata neppure col Rosso. Poi c’è l’eroico martirio di Mario Rossi, uno dei nostri primi adepti, che nella sua battaglia contro la dittatura semaforistica, prima, ha rifiutato il perentorio alt del Rosso e ha investito due ciclisti, ma poi è stato schiacciato come una mosca avendo avuto egli stesso la sventura di imbattersi in un Tir con rimorchio guidato da un militante squadrista succube del potere Verde. Ci conforta solo che la vittima è andato lassù nei cieli dove avrà avuto la soddisfazione di confermare a se stesso de visu l’altra sua convinzione che la terra ovviamente è davvero piatta.


mercoledì 20 ottobre 2021

"calci in culo a chiunque avesse anche solo pensato di definirsi filosofo senza conoscere approfonditamente la matematica e la geometria! "

https://www.facebook.com/permalink.php?story_fbid=179410317704309&id=102459802066028


Ed ovviamente l'autore del testo non sono io 


Tutti sanno che Newton fu un gigante del pensiero scientifico in generale e matematico in particolare. Uno di quei geni talmente insensati che, tanto per dirne una, formulò una legge (quella di gravitazione universale) che costrinse l’umanità a rendersi conto che non c’era alcuna distinzione cosmologica tra mondo terrestre e mondo celeste: le stesse leggi che valevano per i pianeti in cielo valevano anche per gli oggetti qui sulla terra.

Tanto per dirne un’altra, Newton inventò anche la procedura matematica sulla quale ancora oggi molti studenti universitari sbattono la testa, cioè il *calcolo infinitesimale*.

Questa procedura, per dirla un po’ alla buona, è il modo grazie al quale riusciamo a calcolare gli integrali delle funzioni matematiche, cioè l’area compresa tra il grafico della funzione disegnata su un piano cartesiano e l’asse delle ascisse (“l’asse x”, no?).

Prima del 1600 semplicemente non c’era modo di eseguire gli stessi calcoli con altrettanta precisione, benché moltissimi matematici europei stessero lavorando sui cosiddetti “metodi di esaustione” (noti fin dai tempi degli antichi greci), di cui il calcolo infinitesimale può essere considerato l’erede più importante. E oggi, a più di 400 anni dalla sua introduzione, è ancora quello (grosso modo) il metodo con cui si calcolano gli integrali delle funzioni.

Al di là dei tecnicismi, forse qualcuno avrà sentito dire che Newton e Leibniz si presero a male parole per parecchi anni cercando di convincere il mondo (aka l’Europa) che era stato uno, e non l’altro, a introdurre per primo il calcolo infinitesimale e che quindi, di conseguenza, l’altro fosse solo un copione di merda.

La spiacevolissima diatriba accademica iniziò in un certo senso retrospettivamente: sebbene Newton avesse scritto qualcosa di relativo già in una lettera del 1666, Leibniz fu sicuramente il primo a dare alle stampe un trattato che affrontava precisamente questo tema, nel 1684. Pochi anni più tardi (nel 1687) Newton pubblicò la sua opera più famosa, i *Principia Mathematica*, e ancora nel 1696 de l’Hôpital (un altro matematico) pubblicò un commento sul lavoro di Leibniz in cui affermava che, nonostante la priorità temporale di Newton, egli preferisse di gran lunga la notazione di Leibniz (una notazione “più comoda” per fare i conti).

Fu solo nel 1699 che Leibniz venne pubblicamente accusato di plagio e, forse per pararsi il culo, iniziò a sostenere che in realtà fosse stato Newton ad aver copiato il suo lavoro, dato che le sue pubblicazioni ufficiali erano precedenti a quelle del collega inglese. Nel far questo, Leibniz si rese anche protagonista di alcuni colpi di scena epocali, uno dei quali lo vide pubblicare anonimamente una critica a Newton, salvo poi essere sgamato e costretto ad ammettere la paternità di quello scritto (colpo di scena o figura di merda?).

Successivamente, nel tentativo di stabilire chi dei due fosse il più geniale (e, quindi, il meno incline a dover copiare un’idea da qualcun altro), venne indetta una competizione matematica che prevedeva di trovare la retta tangente ad alcune curve date ma, forse a causa della formulazione ambigua del problema, Newton indicò “solo” una delle tante tangenti possibili, lasciando quindi a Leibniz la vittoria a causa della sua (di Leibniz) soluzione “generale” al problema dato.

Il punto è che Newton avrebbe tranquillamente potuto riconoscere che anche il collega tedesco fosse arrivato alle sue stesse conclusioni per una via diversa, ma invece si fece portavoce della convinzione che Leibniz fosse a tutti gli effetti un copione; e questo Leibniz non lo avrebbe mai potuto accettare, dato che un genio come lui(*) non aveva alcun motivo di copiare da qualcun altro.

(*) Leibniz, tanto per dare una dimensione della vastità del suo intelletto, era uno che sapeva semplicemente TUTTO quello che un uomo della sua epoca poteva sapere, venendo considerato l’ultimo vero “tuttologo” della storia: sapeva tutto di matematica, di fisica, di filosofia, di diritto, di teologia, di lingue classiche, di lingue contemporanee, di geografia, di astronomia… Sapeva tutto. Tut-to. TUTTO.

Il punto è che ancora all’epoca non era chiaro che quando i tempi sono maturi è solo questione di fortuna chi arriva prima e chi arriva dopo. Lo stesso Einstein, secoli dopo, a chiunque gli chiedesse come mai solo lui fosse arrivato a quella conclusione sconcertante (la teoria della relatività, no?) avrebbe risposto proprio che i tempi erano maturi, e che se non l’avesse fatto lui sarebbe toccato a qualcun altro.

Ora però voglio farvi notare un’ultima cosa, tangente al meme di oggi (e qui mi aspetto sorrisetti compiaciuti e mazzi di fiori in stile Peter Griffin che compra Debussy e Bach).

Se vi chiedessi di nominare un filosofo inglese del 1600 il nome che probabilmente avreste sulla punta della lingua sarebbe quello di John Locke (se vi venissero in mente quelli di George Berkeley o di David Hume sareste fuori strada perché mentre il primo era di nazionalità irlandese, il secondo visse nel ‘700 😛 ).

In tanti anni di confronti con studenti e/o appassionati di filosofia (o presunti tali) non mi è mai capitato di sentir rispondere a quella domanda pronunciando il nome di Newton... Mai. È rarissimo, quasi impossibile, nonostante sia stato un gigante assoluto della storia del pensiero filosofico in generale e scientifico in particolare.

Perché questo?

Perché la maggior parte di noi italiani (e una cosa simile vale per i tedeschi e i francesi, benché per ragioni differenti) è “vittima” di un modo tutto idealistico di percepire la cultura e la sua ripartizione in discipline. In particolare, qualcuno avrà sentito dire che l’attuale sistema scolastico italiano è legato direttamente all’impostazione che gli diede il ministro Giovanni Gentile ai tempi del fascismo: da una parte le scuole professionali, che avrebbero formato la futura classe lavoratrice (“subalterna” avrebbe detto Gramsci, semplificando un po’), e dall’altra parte i licei classici e scientifici, indispensabili per dare ai futuri membri della classe dirigente(**) una formazione “a tutto tondo”, liberandoli dalla necessità di imparare qualsiasi tecnica o lavoro manuale. C’erano i figli dei poveri per quello, no?

(**)I figli dei ricchi, nobili o borghesi che fossero.

Ebbene, Giovanni Gentile (oltre che fascista e teorico del fascismo) era un filosofo di professione ed una delle massime figure del neoidealismo italiano e, per chi sa cosa significa “idealismo”, non credo ci sia bisogno di aggiungere nient’altro per capire come mai non ci viene in mente Newton quando ci chiedono di nominare un filosofo inglese del ‘600.

Per chi invece non sa cosa significhi “idealismo”, vi basti riflettere sul fatto che fino a pochi anni fa al liceo scientifico si era “costretti” (passatemi il termine) a seguire più ore di latino che di scienze quali la chimica, la biologia, la geologia, l’astronomia o non sia mai l’informatica. Solo la matematica era (ed è) tenuta in alta considerazione, forse perché piaceva così tanto a Platone (a buon intenditor poche parole…).

Anche lo studio della fisica era abbastanza ridotto, se non per coloro che, come me, scelsero esplicitamente un percorso che ne prevedesse l’insegnamento già dal primo anno. Per tutte le altre sezioni del liceo scientifico lo studio della fisica sarebbe comparso dal terzo anno di scuole superiori (e forse era più sensato così, ma solo perché la matematica necessaria ad affrontare i primi problemi di fisica non è ancora stata affrontata durante le ore di lezione di matematica!).

In Italia, in altre parole, ogni disciplina che preveda di “sporcarsi le mani” in un laboratorio è considerata culturalmente meno importante rispetto ad un’altra disciplina che si può studiare ricorrendo esclusivamente ai libri, comodamente seduti all’interno di qualche antica biblioteca (meglio se di proprietà dei gesuiti); riformulato, qui da noi si può essere tranquillamente considerati “intellettuali” e “filosofi” senza sapere assolutamente niente di matematica e scienza, e questo è male, molto male. Malissimo. D’altronde quando si fa teologia a che serve fare gli esperimenti? Per la fede è cruciale il “mistero”, mentre le scienze cercano sempre di vederci chiaro...

A tal proposito, se fosse stato vivo Platone (fiero eredo dei pitagorici e della loro scuola) avrebbe preso a calci in culo chiunque avesse anche solo pensato di definirsi filosofo senza conoscere approfonditamente la matematica e la geometria!

Ok, anche per oggi è tutto… E scusate lo sfogo.






questo  l'indirizzo link  della pagina fb da cui ho tratto la riflessione


per opportuna e doverosa conoscenza  e per possibilità di frequentazione

martedì 19 ottobre 2021

La pandemia ,i marciapiedi la guerra civile La Marsigliese e Giovanni Malagodi

 



....la guerra civile strisciante nella nostra società in ogni sua articolazione. E',a mio avviso, un dato di fatto. Non basta più consolarsi sorridendo giocando a burraco e dicendo di dimorare nel paese dei guelfi e dei ghibellini E' guerra civile serissima di odio pieno e totale reciproco. E' anche forse doveroso individuare quando, dove come e da chi questo odio è stato posto in essere sapendo bene che la pandemia non è stata l'origine ma l'attuale cassa di risonanza e il brodo di coltivazione definitivo. La guerra civile strisciante -e qui ho speranza- deve esplodere proprio per il bene e la tutela di tutti noi. Dobbiamo organizzare l'odio in modalità militare concreta e così alla fine ci sarà un vincitore, uno sconfitto, una possibilità o di riconferma dell'attuale patto nazionale o della costruzione(a mio avviso spero di no) di un nuovo e diverso patto nazionale, a mio avviso illiberale, tirannico, putiniano  Non c'è più spazio per le anime belle.E di innocenti e vergini la mamma non ne partorisce da tempo immemore.Partorisce (e non può non partorirli) odiatori h.24 .E così finalmente se ne esce. La guerra civile semplifica purtroppo le articolazioni culturali, spirituali, etiche, politiche del paese e li riduce a due (e a non più di due )marciapiedi nemici .Ciascuno di noi sceglie il marciapiede dove battere e da dove porsi militarmente versus et contra l'altro marciapiede . Io non condivido le posizioni di Agamben e di Cacciari, non condivido le presunte istanze libertarie dei no vax no mask e no pass et similia. Quindi non sto nel marciapiede loro ma nell'altro marciapiede. Purtroppo in esso ci ritrovo anche Soros,  la Confindustria, c'è pure la spocchia del PD ma c'è anche il Presidente Mattarella,il dossettiano Mattarella  e l'arcivescovo cattolico di Palermo.  Che non ci sia Cacciari per me resta un respiro di sollievo. E nell'altro marciapiede c'è Cacciari, c'è Fusaro, c'è l'intera spocchia rosso-bruna di Rizzo e compagnia tacendo lievemente, per carità di patria, sull'identità di altri loro compagni (no no..camerati. e verdastri .) di processione. L'altro marciapiede mi appare come la riproposizione del patto Molotov-Ribbentrop. Mi terrò come dimoranti di processione i 100 firmatari contro Agamben  (anche un po' codardi sul piano della relazione accademica. Cacciari non si nomina ..ha ancora potere concorsuale) ma al momento è così e sono impegnato a studiare l'organizzazione del pensiero di due dimoranti pericolosi a mio avviso dell'altro marciapiede : Bagnai e Borghi. Anche l'anticomunista Don Camillo di Guareschi andò in montagna con Peppone ,nello stesso marciapiede di Peppone e non credo si sia limitato a dir messa.

 inevitabile la guerra civile e l'odio h 24.

Sono solo due..In guerra civile solo due i marciapiedi . Peppone e Don Camillo erano nello stesso marciapiede per sconfiggere il nazifascismo ..poi -e in fondo non per sempre- scelsero due marciapiedi diversi nel plurale dei marciapiedi di una Repubblica Liberale e Laburista. Ma dopo, dopo il 25 Aprile.. La. questione è radicale nella sua faziosità.Due marciapiedi.In guerra civile e siamo in guerra civile. non possiamo avere il lusso della pluralità delle scelte

Io credo e ritengo che il marciapiede dei no vax. no pass et similia ,tutto quanto il marciapiede(non riesco più a distinguere al loro interno) tenti una precisa spallata culturale e politica nei confronti della storia della Repubblica. Una spallata che di fatto vuole azzerare il 14 Luglio 1789 che ,pur nelle sue luci e nelle sue ombre ,ci ha dato la mediazione parlamentare come segno di democrazia e di democrazia liberale. Il continuo appello al popolo non solo non mi convince ma so che è illiberale e fascista Come due anni fa il Presidente Mattarella,il dossettiano Mattarella, insegnò a Giorgia Meloni.. il popolo di cui fa tematica la Costituzione non è il mitologhema del popolo ma una sua precisa sezione, il collegio unico nazionale degli elettori aventi titolo all'elettorato attivo e lo stesso collegio unico nazionale ha ben precisi. limiti di competenza previsti dalla Costituzione. L'appello al popolo fuori dalla mediazione dei partiti (si rimpiango la prima repubblica, i partiti di massa e territoriali,la Camilluccia , le Frattocchie e la FUCI ) è reazionario ,parla alla pancia del paese, ai forconi e presenta una lettura della libertà come anarchismo individualista contro la Costituzione. Ed infatti codesta aggregazione no vax. no pass o come si presentano "i libertari"  è pure disponibile a far proprie le icone della sinistra di classe (Fusaro docet) ma quando presenti loro Giovanni Malagodi,Luigi Einaudi,Manlio Brosio, il Conte Sforza,Valerio Zanone. allora i loro occhi si accendono d'ira.Se presenti loro Piero Gobetti. ti picchiano.Ho finalmente imparato in questa guerra civile strisciante che non posso cantare l'Internazionale se prima non canto con il cuore in mano La Marsigliese degli straccioni di Valmy


Ebbene si ..Sono cresciuto nelle strade dell'estrema periferia di Palermo...Via Pitrè Altarello di Baida....ergo sono lieto di essere un borghese progressista  lieto di essere tale..un borghese civile, colto, pensoso .

sabato 25 settembre 2021

Lutero, Baruch Spinoza, Karl Marx . e il Metropolita di Italia Policarpo (Patriarcato Ecumenico) Ordo et connexio rerum idem est ordo et connexio idearum.

 




Palermo il 25 Settembre  2021- santorale e sinassario 



Eminenza Reverendissima, 
 a maggio 2021 pare che Ella abbia concesso una precisa intervista  all'Osservatore Romano  nella quale  (pare) ha indicato/definito/legittimato  Papa Francesco come "suo padre, suo primate e suo patriarca. "

Non intervengo nel merito dei contenuti della sua dichiarazione e non faccio parte dell'indegna canea degli ortodossi duri e puri, presenti in ogni chiesa locale e quasi sempre mai zittiti, che si sono. dichiarati per i contenuti "profondamente addolorati, stupiti e amareggiati" e si sono "dissociati".Una volgare ed indegna canea, una porcilaia.

Non è questo il punto. E non ho la pur minima voglia di rimproverarla o di considerarla fuori comunione. Posso anche apprezzare la sua dichiarazione ed apprezzarla come cristiano e prete ortodosso al di là delle singole appartenenza giurisdizionali.

Ma per fermare la canea di cui sopra occorre essere spinoziani (Baruch Spinoza. l'ennesimo ebreo marginale come Gesù di Nazareth) ... Quindi come dire ...fermiamo la canea ed alziamo il tiro..alziamolo gradualmente ...Un minimo di sano costume levantino(preferirei democristiano) mi sta benissimo

Non le chiedo di far memoria di Papa Francesco che Ella ritiene ,a quanto pare ,"suo padre, suo primate e suo patriarca. " al momento del Grande Ingresso o subito dopo l'Anafora ma lo ricordi Ella stesso direttamente come ultima petizione almeno nella litania ardente uscendo dalle porte sante e benedicendo con tricero e dicero.

Ne sarei lieto e contento e sarebbe operazione di chiarezza. La chiarezza non è democristiana e neppure levantina ma virtù laica di credibilità tra pensieri e prassi.

Suvvia Eminenza faccia sua parafrasando la XI tesi di Marx su Feuerbach.." fino a questo momento i Vescovi hanno solo interpretato la Chiesa e l'hanno commentata, ora è tempo di cambiarla.

Con quel gesto che Le propongo Ella finalmente canterà che Ecclesia reformata reformanda est.

E non è detto che io sia poi d'accordo con Lei. ma 90 minuti di applausi saranno tutti per Lei da parte mia con relativo invito ai presenti per la standing ovation dopo la litania ardente.

Sono troppo stanco per chiedere ai Vescovi a tutti i Vescovi delle Chiese Cristiane, la loro benedizione..

Cordialmente e grato per l'attenzione

Padre Giovanni Festa -Palermo. prete cristiano nella tradizione ortodossa.





martedì 24 agosto 2021

Berlino.Domenica di Pentecoste 2033 presso la Evangeische Zwölf-Apostel-Kirche. il non so Perchè



Carissimi fratelli e carissime sorelle alla fine ho deciso. La meditazione sulla Pentecoste che ho accettato di proporvi  su invito del Concistoro è in tedesco. Ho scritto il testo in italiano e con mia nipote Maya Emma l'abbiamo(direi meglio l'ha) reso in tedesco e, nonostante il mio tedesco non sia dei migliori, leggerò il testo e vi chiedo perdono e scusa per tutti gli errori che farò.Avete il testo che il nostro caro pastore Andreas  ha stampato per tutti noi.

Care sorelle e cari fratelli in Cristo è accaduto...e non so perchè ho accettato..Come non so il perchè di questa mia paradossale situazione.

Con alcuni ed alcune di voi ci si conosce per via della comune presenza alle riunioni di teologia,catechesi e studio biblico del Giovedi sera.

Allora verifichiamo insieme con gli altri fratelli e sorelle 

Sono,per mia scelta, in digiuno dall’Eucarestia dall’inverno 2024 e so bene che non è una scelta di umiltà ma è un mix di superbia e tristezza  ma non penso di avere altra possibilità fino alla mia dormizione in Dio  Hier stehe ich und kann nicht anders!   Ma non posso usare la conclusione della frase di Lutero . Dal 2023 viviamo Nina ed io in Germania a Berlino dopo essere andati in pensione,avere risolto tutti gli adempimenti burocratici ed amministratvi,venduta la casa di Palermo ed acquistata casa a Berlino in questo territorio dove vive la famiglia di mio figlio Pierpaolo con sua moglie Olga,la nostra prima amata nipotina Maya Emma e il secondo nostro nipotino amato anch’egli , nato  a fine 2021  a Berlino e al quale i genitori hanno dato il nome di Johannes. Maya ha ormai quasi 19 anni e da ottobre in poi inizia (se ho ben capito il sistema scolastico tedesco ) la facoltà di Ingegneria edile  mentre Johannes ha  quasi 13 anni ed inizierà ad ottobre il liceo,sempre se ho ben capito il vostro sistema  Io vado verso gli 83 anni e mia moglie Nina verso i 77 anni.

Le dico anche e subito che sono presbitero cristiano nella tradizione ortodossa in congedo canonico per malattia(dal 19 gennaio 2015) all’interno del patriarcato ecumenico e da  giugno  2019  ho  fatto  richiesta di  incardinazione  presso  la  diocesi  romena  in  italia..Non celebro la Divina Liturgia dal 15  Settembre 2024  e il nome da cristiano ortodosso è Giovanni(da qui l’omaggio e l’amore di mio figlio e mia nuora nel chiamare Johannes il loro secondo figlio ) Sono stato ricevuto nella tradizione ortodossa nel 1985 all’età di 34 anni e ho  vissuto per ben 13 anni il ministero del Diaconato. Dal 15 Giugno 1998 al 14 Gennaio 2015 parroco e dal congedo canonico e fino al nostro trasferimento a Berlino ho vissuto il mio ministero come secondo prete della chiesa romena ortodossa di Palermo  ed è stato,in  parte,  il periodo più sereno.Mi restano  due soli veri amici  nel presbiterio ortodosso il Padre Lazarus “nato” nel monastero di San Saba in Palestina e lo ieromonaco Nilo Vatopedinòs Mantengo rapporti cortesi  con il mio giovane Parroco romeno. a Palermo  il Padre Martinian e ,dopo  aver  ottenuto  la  benedizione  episcopale  per  trasferirmi  in  Germania,non  mi  sono  mai  presentato  ad  alcun  vescovo  ortodosso  berlinese. E NON SO PERCHE' e di per me non lo farò. Quindi  non  so più  quale  sia  la  mia  posizione  ecclesiastica. Il  mio  venerato  padre  spirituale  lo  ieromonaco  Nilo  Vatopedinòs  ha  quasi  90  anni,sta  in  Calabria  e  ci  sentiamo  una  volta  al  mese. Sia  Nilo  sia  Lazzaro  sono  le  due  assenze  presbiterali  terribili  per la  mia vita  

Dal 2025/2026 frequento questa “nostra” congregazione cristiana evangelica e non so perchè come non so perchè non partecipo ai Santi Misteri della Santa Cena.E non sono membro di Chiesa. Neppure mia moglie lo è ma partecipa quasi sempre ai Santi Misteri della Santa Cena ed ora ho saputo che mia moglie e mia nipote Maya frequentano qui le riunioni bibliche del mercoledi sera. on lo so..veramente non lo so…e non trovo alcuna motivazione significativa se non come  segno di una stanchezza ma ancora giovane e fresca.Il Padre Lazarus dice di me - o meglio lo diceva all’inizio della nostra conoscenza ed amicizia- “il PG  un barthiano con l’epitracheilon “ e in questi miei 83 anni di vita alla fine degli anni settanta ho pure vissuto (ma sempre così con serietà e con distanza) l’esperienza cristiana della Riforma   e “i cinque sola” di Martin Lutero fanno parte concreta della mia formazione e dei miei valori. Ma non so perché io frequenti ogni domenica ed ogni giovedi la congregazione e ormai so di essere e di cercare di vivere da cristiano forse sine ecclesia  ma non so il perché

E Con questo non so. il perchè e non so perchè riflettiamo insieme -non predico da Settembre 2024-sull'evento di Pentecoste ..Amin..


sabato 21 agosto 2021

BERLINO NEL 2033 Una telefonata al Sabato Vigiliare della Domenica di Pentecoste

 

Non so nulla, non so perché, la poesia di Filomena Gagliardi - Storiebrevi  - ilmiolibro



Squilla il  mio cellulare ...Sempre l'antichissimo Nokia,sempre lo stesso numero italiano ..cellulare  con SIM compresa  regalo di mia moglie nell'anno remoto 1990....
Il cellulare sta sulla mia scrivania nel mio piccolo rifugio*studiolo del nostro appartamento berlinese in
"Martin-Luther-Straße".Mi trovo già nel mio rifugio e quindi non ho necessità di prendere il bastone. Rispondo. Al telefono è il pastore Andreas della Evangeische Zwölf-Apostel-Kirche,la chiesa locale di zona dove  dal lontano 2026 vivo confusamente i resti della mia fede cristiana o gesuana (non saprei) pur senza mai partecipare ai Santi Misteri Eucaristici della Santa Cena del Signore. Non vi partecipo senza sapere il perché .Constato che non vi partecipo. Ma prendo parte, all'interno dei miei 83 anni ,ai momenti di riflessione e di preghiera che la Chiesa Locale vive.Con Andreas c'eravamo già chiariti  nel Giovedì Luminoso/Giovedi in Albis del presente anno. Ma  resto fuori dall'elenco dei membri di Chiesa. 

Pastore Andreas: Caro  Padre Giovanni buon secondo  pomeriggio 

PG: Andrea Carissimo  tutto bene ?

Andreas. Si. Grazie a Dio. Si. Caro PG entro subito nella questione. Ho una richiesta da parte del Concistoro della Chiesa per voi.

PG: SI tutto bene anche qui da noi.. La buona mono-tonia del quotidiano. Suvvia..andiamo alla richiesta..

Andreas: So che la richiesta vi sorprenderà e so che è a scadenza immediata. Ieri pomeriggio il Concistoro si è riunito per  la Santa Festa di Pentecoste di domani e ,su mia proposta, vi chiede di tenere voi il sermone.Io presiederò il culto e la Santa Cena di Gesù. C'è un piccolo colpo di stato in tutto questo: Mia moglie Ariane ne ha già parlato con vostra moglie Nina che ha espresso la sua gioia se ciò avvenisse. 

.....sto in silenzio per alcuni momenti....Andreas. attende e non sollecita....

PG. Non so perchè  caro Andreas ma va benissimo.Torno a predicare dal 2024 .Ma non so perchè. Accade e va bene così. Il mio tedesco, tuttavia, non è dei migliori.....

Andreas... Non vi preoccupate... Predicherete in Italiano e  anche liberamente.. Ma se mi fate avere una traccia in tedesco (vostra moglie conosce bene il tedesco) ..la  stamperò per i fratelli e le sorelle per un minimo di comprensione. Prima del. vostro sermone la Presidente del Concistoro, la sorella  Anna Reinhart  chiarirà le motivazioni  della richiesta del concistoro

PG  Potrà dire che accetto senza sapere il perchè...?

Andreas: ma certo.... Il brano del NT per il sermone " Atti. capitolo 2 versetti 1-41. C'è anche un altro secondo colpo di stato, una sorpresa: Vostra nipote Maya leggerà  il passo biblico in tedesco. 

PG. Non sapevo che Maya frequentasse...

Andreas: Io si.....Da poco ma frequenta  con vostra moglie  le riunioni del mercoledì
PG..  alle quali io non partecipo....

Andreas: due piccoli colpi di stato PG...ma vi avranno fatto sorridere...

PG ..Andreas  sono 55 anni di matrimonio che Nina  fa colpi di stato e Maya è ottima alunna della nonna e la scolara supererà la maestra.  Una richiesta logistica: Non posso stare molto in piedi sull'ambone...

Andreas. Nessun problema.... sedia e tavolo per gli appunti con microfono e computer  alle spalle del presbiterio e davanti a tutti i fratelli e le sorelle.

PG Grazie ..Non so perchè ma Grazie..Entro stasera avrete la traccia 
Andreas.  A domani caro Padre. Giovanni 









lunedì 9 agosto 2021

Coronavirus. L’infettivologo Galli: «Bastava imparare dalla peste»

Avvenire.it


«Lundici di giugno, ch’era il giorno stabilito, la processione uscì, sull’alba, dal duomo. Andava dinanzi una lunga schiera di popolo, donne la più parte, coperte il volto d’ampi zendali, molte scalze, e vestite di sacco. (…) Nel mezzo, tra il chiarore di più fitti lumi, tra un rumor più alto di canti, sotto un ricco baldacchino, s’avanzava la cassa, portata da quattro canonici… » (I Promessi Sposi, capitolo XXXII




Paragonare Covid-19 e la peste è azzardato, sul piano eminentemente scientifico. Però i ricorsi storici ci sono, e sono molti. Anche quella del 1630 vide impegnati gli Ufficiali di Sanità che dettavano le regole. Anche allora c’era un Tribunale di Sanità. Anche la Milano del 1630 aveva un 'primario' come Galli, il protomedico Ludovico Settala, non sempre ascoltato dalle autorità e poco amato dai portatori degli interessi economici


È soprattutto un grande problema di gestione ospedaliera. I fondi del Recovery plan sono una grande opportunità per adeguare strutture e protocolli ed educare il sistema a un corretto utilizzo dei farmaci antimicrobici». Come fermare i 'nuovi' virus? «Fondamentale cambiare il nostro rapporto con la natura – è la risposta –. Solo nei pipistrelli (ce ne sono più di 1.400 specie) alberga un’enorme quantità di virus sconosciuti o già tristemente famosi, come l’Ebola o i coronavirus. Di coronavirus, in particolare, esistono molte altre specie per le quali non può essere esclusa una pericolosità per l’uomo. Ma queste sono altre storie che spero di non dover raccontare mai».


venerdì 30 luglio 2021

L'essere surreali .Fenomenologia talebana del no vax/no mask/no pass nelle case cristiane. Prima parte:a casa mia

 Amazon.it: Le Parole Sono Pietre. Tre giornate in sicilia. - Carlo Levi -  Libri


PREMESSA 

MI sono vaccinato sia a mia tutela , sia a tutela dei miei familiari e a tutela e per solidarietà verso quanti e quante posso incontrare ogni giorno quotidianamente e per tutti quanti e tutte quante 

Ho indossato ed indosso la mascherina secondo le normativa statali ed europee: Ho chiesto ed ottenuto il Green Pass. Ho apprezzato ed apprezzo tutte quelle realtà associative. laiche e religiose. che hanno accettato e rispettato le indicazioni dell'esecutivo nel precedente periodo di confinamento e nell'attuale periodo di presumibile inizio (forse presunto) di fuoriuscita graduale dalla pandemia .Tali associazioni continueranno a rispettare le probabili nuove indicazioni repubblicane , Dissento fortemente dai no vax et similia e dissento "etica repubblicana e costituzionale alla mano" ma verso i no vax et similia della cristianità e di casa mia in particolare, non ho mai usato anatema e maledizione L'etica repubblicana e costituzionale  sta dentro  la notazione del rispetto della pluralità delle idee e delle genti e sceglie laicamente il primato del principio della solidarietà civica rispetto alla notazione della libertà inidividuale


In molta parte della cristianità così non è stato e si è scatenato contro chi si è vaccinato e contro chi fa riferimento all'etica repubblicana e costituzionale  dentro la propria coscienza cristiana e magari all'interno dell'eventuale suo ministero di servizio  il massacro degli anatema e delle maledizioni. Non si risponde a costoro con lo stesso codice integralista. Ed infatti, allorquando il metropolita Hilarion  presidente del Dipartimento Affari Esteri del Patriarcato di Mosca, esortò ed invito il popolo di Dio al vaccino, se da una parte ne sono stato lieto, ho anche osservato che la motivazione addotta era pericolosa ed altrettanto talebana .Il metropolita  dichiarò che chi non si vaccina  commette peccato. Non mi interessa. Constato solo che i NO tutti quanti hanno scelto (ma spesso non laicamente) di opporsi all'etica. repubblicana e costituzionale. Sto e resto in opposizione a loro.


Per tornare al massacro che  i talebani delle case cristiane   hanno messo in atto ,utilizzando la professione di fede come grimaldello di anatema, condanna e maledizioni, mi pare doveroso davanti alla mia  coscienza (mi rifiuto di arruolare Dio  . Nel mio borsello non sta scritto Gott mit  uns ) elencare il massacro iniziando da casa mia : una sorta di antologia del massacro  ma molto modesta ..Il massacro in atto è veramente ampio.


1-  La Chiesa è un luogo sacro -Purtroppo molti dei vescovi e dei chierici di oggi, molto lontano da vivere spiritualmente l'Ortodossia, depongono la loro speranza nei disinfettanti e scandalizzano i fedeli.

https://www.facebook.com/orthodoxtestimony/posts/3872621119516631


2-Prelato ortodosso, vicario del patriarca Kirill: i vaccini “danneggiano l’immagine di Dio”

https://www.facebook.com/orthodoxtestimony/posts/3844347275677349


"Verrà un tempo in cui i vostri pastori vi venderanno..."
+ Beato Anziano Justin Parvu
Mio Dio, non avere compassione per nessuno di loro. Metti la tua mano in profondità fino all'osso e pulisci la tua Chiesa da questa puzza, apostasia e ipocrisia.



Parlare quindi di pericolo di infezione durante la Liturgia è sacrilegio ed empietà



Cosa farebbero gli antichi santi se vivessero oggi nelle sfide dell'ecumenismo?
La risposta è comprensibile. Preferirebbero morire piuttosto che prostrarsi davanti all'eresia o ricevere vaccini demoniaci di sacrificio umano da bambini massacrati del crimine erodiaco.



Molte parrocchie ortodosse si sono inchinate alle misure sanitarie dirette dal COVID-19 e alle quarantene delle autorità civili, ma, gloria a Dio, alcune no. Durante il primo periodo COVID-19 alcune parrocchie sono state chiuse del tutto, alcune avevano solo servizi virtuali di "live streaming", poi con la parziale apertura richiedevano maschere, distanziamenti sociali, divieto di baciare le icone, la croce, le reliquie e molti fra o sacerdoti con mascherine e guanti davanti all'Altissimo ecc. Per ultimo molti hanno celebrato la risurrezione di sabato arrampicandosi agli spechi inventando strane teologie. Coloro che lo fecero, obbedirono impropriamente alla legge dell'uomo quando è in conflitto con la legge di Dio (Atti 4:19; Atti 5:29). Ancora peggio sono quelle parrocchie che hanno imposto misure in eccesso rispetto a quelle delle autorità civili.
Nei 2000 anni di storia della Chiesa ortodossa potremmo aver avuto il nostro culto ridotto o interrotto dalle autorità civili, ma non lo abbiamo mai fatto da noi stessi nemmeno durante i periodi di peste.



Il nostro amico Alexei Krindatch, benemerito per le ricerche sociologiche che hanno permesso per la prima volta di avere idee oggettive sulla presenza ortodossa in Nord America, ci ha fornito un altro valido studio sul modo in cui le diverse giurisdizioni ortodosse hanno affrontato la pandemia. È facile osservare che le Chiese che hanno tenuto duro sulla vita sacramentale comunitaria sono quelle che hanno retto meglio la crisi (registrando anche numeri notevolmente inferiori di infetti e di morti), mentre quelle che si sono allineate alle prescrizioni governative hanno avuto il maggior impatto negativo.

25-07-2021. home page di   


E. qui ,per quanto riguarda casa mia, mi fermo...


giovedì 15 luglio 2021

Il Premier Ungherese Orban e il colore delle cravatte.e alla fine mia Nonna Ciccina

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Gentile Signor Primo Ministro della Repubblica Ungherese


La Repubblica  ungherese fa parte, a pieno titolo dell'Unione Europea. Attraverso le regolari procedure legislative previste dalla Vostra Costituzione lo stato d'Ungheria. ha firmato un contratto di diritto pubblico internazionale  con L'Ente di personalità giuridica pubblica denominato Unione Europea. Tale contratto in regime pattizio di reciprocità  prevede nel doveroso rapporto diritti e doveri,l'ovvietà di ricevere onori e di porre in essere oneri.

Così funziona il regime pattizio seppur  motivato spesso da progettualità nobili o meno nobili. Il dato immediato è sempre il medesimo:firmi un contratto,fai parte di un Ente e di un'Associazione,ne accetti lo Statuto e le linee Guida e parteciperai ai dividendi e alle solidarietà in caso di necessità e di bisogno.

Nel contratto pattizio, che la Repubblica d'Ungheria ha firmato, è richiamata la nota linea guida per cui tutti i cittadini e le cittadine dell'Unione Europea  sono liberi di indossare la cravatta che vogliono e dal colore che vogliono e nessuno Stato membro dell'Unione Europea può  azzerare tale libertà dei propri cittadini in quanto ,nel regime pattizio, essi prima di essere ungheresi, sono membri dell'Unione Europea.

Questa condizione è stata accettata dalla Repubblica d'Ungheria

Recentemente Ella con il suo governo ha stabilito con regolare ratifica parlamentare  che i suoi cittadini e le sue cittadine  non possono indossare cravatte di color giallo .

Questa legittima decisione ungherese  tuttavia è di senso opposto al contratto che la stessa Repubblica d'Ungheria ha firmato con l'Unione Europea. 

Non c'è dubbio che La Repubblica d'Ungheria ha il diritto di sovranità nazionale di legiferare sul colore delle cravatte, ma nella consapevolezza che non ha rispettato il citato regime pattizio.

Ella con il suo governo ha anche il diritto di tentare la modifica del regime pattizio all'interno del Consiglio di Amministrazione dell'Ente Unione Europea ma ,a quanto pare, tale tentativo è fallito e l'Ente ha iniziato-legittimaamente-la procedura statutaria di contestazione escludendo, in materia di colore delle cravatte, qualsivoglia possibilità di mediazione ricordando che la libertà del colore delle cravatte nella scelta degli europei è un valore non negoziabile.

Pertanto Ella con il suo governo ha ora davanti strade impervie ma ben precise

1) il Parlamento Ungherese torna sui suoi passi  e azzera la precedente decisione  con precise indicazioni agli organi di controllo di non vietare più le cravatte gialle

2) Continuare a vietare la cravatte gialle ma accettando, pur di restare nell'Associazione,eventuali pesanti oneri in seguito alla procedura di contestazione.

3)Rivendicare in toto la propria sovranità legislativa avviando le procedure per uscire dall'Ente di diritto pubblico internazionale denominato Unione Europea


Mia Nonna Ciccina,Gentile Premier, Le direbbe nella nostra lingua nazionale "Parabola 'ssignifica. tarantola ballerina"

E mia Nonna Ciccina di venerata memoria era devotissima ad ogni Santo Stefano presente nel calendario della Chiesa Cattolica


La Ringrazio

Padre Giovanni Festa

sacerdote cristiano nella tradizione ortodossa.



mercoledì 14 luglio 2021

beati monoculi in terra caecorum-

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Vien detto spirito libero colui che pensa in modo diverso da come ci si aspetterebbe in base alle sue origini, al suo ambiente, al suo ceto sociale e al suo ufficio, o in base alle opinioni dominanti. Egli è l'eccezione, gli spiriti vincolati sono la regola; questi gli rimproverano che i suoi liberi principi derivano dalla smania di farsi notare, o addirittura che lasciano supporre azioni libere, azioni cioè incompatibili con la morale vincolata. Talvolta si dice altresì che questi o quei liberi principi sian da ricondurre a stravaganza o a ipertensione della mente; ma così parla solo la cattiveria, che non crede essa stessa a quanto dice ma pure vuole, in tal modo, nuocere: poiché la testimonianza della maggiore bontà e acutezza d'intelletto dello spirito libero gli sta normalmente scritta in viso, così leggibile che gli spiriti vincolati la capiscono benissimo. (TRATTO da Umano, troppo umano" - Adelphi edizioni)



SGUARDI SULL’ALTRO TRA PASSIONE E NARRAZIONE:
LA FIGURA DEL MIGRANTE

Marianna Boero

Università di Teramo

ABSTRACT 

Nel saggio “Costruire il nemico” (2011), Umberto Eco mostrava, attraverso un excursus storico, come avere un nemico fosse importante per un individuo o un gruppo non solo per definire la propria identità ma anche per avere un ostacolo rispetto al quale misurare e affermare il proprio sistema di valori. Quando il nemico non c’è, pertanto, occorre costruirlo e nel panorama comunicativo attuale la costruzione dell’Altro avviene sempre più attraverso i diversi discorsi mediali, in cui la dimensione passionale ed estesica giocano un ruolo di primo piano. Siamo immersi, infatti, in un continuum di passioni e sensazioni che trovano occasioni di espressione diverse, ma che appartengono allo stesso flusso: la rabbia, l’intolleranza, l’omofobia, l’immediatezza sono passioni e temi che attraversano molte narrazioni e che sembrano attendere solo occasioni per essere ri-narrate, in un circuito che rende molto difficili percorsi fuori da questi schemi. Partendo da simili premesse, questo contributo propone una riflessione semiotica sul rapporto tra linguaggio ed emozioni, con particolare riferimento al fenomeno delle migrazioni in Italia, alla luce delle recenti condizioni che l’hanno posto al centro di circostanze socio-culturali e di processi di crisi, tra paure, quando non psicosi, collettive e confusioni terminologiche. Intorno alla figura del migrante si dirigono infatti vissuti passionali contrastanti, che in ogni caso trovano proprio nel linguaggio la propria origine e intensità Lo studio cercherà di illustrare questo processo attraverso l’analisi di un corpus di testi giornalistici, con particolare attenzione al ruolo delle passioni nelle argomentazioni.


Dietrich Bonhoeffer
“Noi ci troviamo al centro di un processo di involgarimento che interessa tutti gli strati sociali; e nello stesso tempo ci troviamo di fronte alla nascita di un nuovo stile di nobiltà che coinvolge uomini provenienti da tutti gli strati sociali attualmente esistenti. La nobiltà nasce e si mantiene attraverso il sacrificio, il coraggio e la chiara cognizione di ciò cui uno è tenuto nei confronti di sé e degli altri; esigendo con naturalezza il rispetto dovuto a se stessi e con altrettanta naturalezza portandolo agli altri, sia in alto che in basso. Si tratta di riscoprire su tutta la linea esperienze di qualità ormai sepolte, si tratta di un ordine fondato sulla qualità. La qualità è il nemico più potente di qualsiasi massificazione. Dal punto di vista sociale questo significa rinunciare alla ricerca delle posizioni preminenti, rompere col divismo, guardare liberamente in alto e in basso, specialmente per quanto riguarda la scelta della cerchia intima degli amici, significa saper gioire di una vita nascosta ed avere il coraggio di una vita pubblica.
Sul piano culturale l’esperienza della qualità significa tornare dal giornale e dalla radio al libro, dalla fretta alla calma e al silenzio, dalla dispersione al raccoglimento, dalla sensazione alla riflessione, dal virtuosismo all’arte, dallo snobismo alla modestia, dall’esagerazione alla misura.
Le quantità si contendono lo spazio, le qualità si completano a vicenda.”

martedì 15 giugno 2021

Coltivare l'ironia XXIII Capitolo Platone




Platone, Se poso, a cura di Giorgio Rolli, Inaudi 2020 -

 Dopo aver vinto un concorso di poetry slam, Agatone invita Socrate e altri cinque amici a casa sua per festeggiare con qualche bicchiere. I setti compari, freschi di dottorato e disoccupazione, alla ventisettesima bottiglia di Chianti si immaginano di dover scrivere un progetto di ricerca dedicato al balordo dio Amore, per rispondere a una domanda su cui i critici non concordano mai: Amore si veste alla moda o come un fricchettone fuori corso dei centri sociali? 

Secondo Fedro, essendo Amore il più vecchio degli dèi, non era certo al passo coi tempi, e infatti portava soltanto giacche e cravatte scolorite male. Al contrario, Pausania credeva che ci fosse un Amore per la stagione primavera-estate, abbastanza sconcio al dire il vero, ma che sapeva cosa e come far vedere; e un Amore per l’autunno-inverno, dalle stoffe più eleganti e nostalgiche, per cui la bellezza è nella fantasia.
Erissimaco, specializzando in medicina, sperava che Amore si vestisse come le infermiere nei film di Tarantino. Aristofane, invece, credeva che Amore fosse un obeso scorpaccione, che in un giorno mangia quello che tu non mangeresti in un mese, e quindi per necessità veste extra-large, “dato che, per mettergli una magliettina attillata, prima dovresti tagliarlo a metà”. 
Agatone, sempre per far le cose in rima, diceva che Amore punta soprattutto sul pallore, e quindi preferisce il bianco. Cosa di cui Socrate dubitava assai, perché la stilista Diotima, sua carissima conoscente, gli aveva confidato che Amore, in gioventù, aveva fatto il modello, ed era certamente viola il colore del suo cuore. 
A questa uscita, tutti cominciano a litigare con Socrate, convinti che abbia detto una cazzata. Ma quando le offese si fanno pesanti, fortunatamente in salotto compare un ubriachissimo Alcibiade, che azzittisce la platea per dichiarare: “se nessuno di voi ha mai visto Socrate travestito da Marilyn Monroe, come fortunatamente è capitato a me, di Amore non parlate nemmeno”. 
A questo punto tutti chiedono a Socrate di fare la famosa scena della toga al vento. E l’affascinante e nasuto sileno, per non deludere gli amici, li porta allora sotto i portici, per mostrare alla città di Atene che cosa significa davvero passeggiare