giovedì 30 giugno 2022

Coltivare l'ironia per buone pratiche di resistenza---Gilles Deleuze&Felix Guattari, Mille Viali, Tavernelli, 2010



Gilles Deleuze&Felix Guattari, Mille Viali, Tavernelli, 2010 


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 Nel 1980, al termine di una noiosa e stressante sessioni di esami, gli amici Deleuze e Guattari vanno per un mese in vacanza ad Amsterdam, l’unica capitale europea che ha legalizzato l’uso della marjuana e dei lettini lacaniani. Durante il viaggio, i pensatori si liberano delle culotte cartesiane e dei mutandoni hegeliani che si erano portati in valigia e scoprono l’ebbrezza anarchica del pe-rizoma puntiforme. Se Freud sosteneva il principio del “coprire le palle per far pensare la pelle”, D&G affermano invece la tesi del “tagliare le palle per sfrangere il Capitale”. L’idea, non priva di contraddizioni, nasce dal circolo decostruzionista dei coffee shop amsterdamiani, i cui clienti sostenevano da tempo l’impossibilità di rollare una canna senza essere capovolti dalla canna medesima. Deleuze chiama questo capovolgimento di prospettiva “sicceità chimica”, un termine che egli riprende dalla scolastica scrotistica francese ma che declina in chiave postmoderna: “QUESTA canna, come QUESTO uomo, sono una canna e un uomo perfetti, pur non confondendosi né con una cosa né con un soggetto universale e predefinito. Ciò che conta non è l’atto del pensare la cosa, ma l’evento del fumare la canna. Ma soprattutto, ho fame. Passami la cioccolata”

mercoledì 29 giugno 2022

Coltivare l'ironia per buone pratiche di resistenza--Ritorno al Fusaro, diretto da Robert Zemeckis, 2019.



Dopo aver scoperto che Diego Fuffaro ha iniziato la sua carriera di pubblicista per rimorchiare, Emmett Brown decide di rispolverare la DeLorean* e di tornare nel 2002: il piano è aiutare il giovane Fusaro (ancora un innocuo studente al primo anno di filosofia) a trovare la figa, per spezzare la catena di eventi che lo porterebbe a trasformarsi in Diego Fuffaro.



lunedì 27 giugno 2022

Coltivare l'ironia per buone pratiche di resistenza--Michel Foucault, Le parole e i corsivi, Burp 2022.




Michel Foucault, Le parole e i corsivi, Burp 2022.

Foucault, in questa magistrale opera di biopolitica dedicata ai tiktoker, offre una lettura decostruzionista del “parlare in corsivo”. Il libro parte da lontano, dal triste Rinascimento, quando “le parole erano iscritte nelle cose”, e di epoca in epoca arriva fino ad oggi, in questo presente dove “le parole sono scappate dalle cose, a gambe levate”. È qui che spuntano i tiktoker, giovini e giovine dal talento di una Big Babol che condividono video di pochi secondi con l’universo social, dettando così “le condizioni del discorso dell’episteme moderna”.
Ora, ed è un vero colpo di scena, l’episteme tiktokkara prevede che si debba parlare “in cörsivœ”, ossia castrando un pollastro tutte le volte che si pronunciano le vocali e le sillabe finali di un sostantivo. Con la consueta lucidità del suo stile, Foucault indossa un paio di occhiali snob e ci spiega dunque come pronunciare in cörsivœ i grandi concetti della metafisica occidentale.
Ripetete con noi: “idëaeee”; “anîiiiame”; “måiiiiæüticaaaa” (questa è difficile anche in italiano, lo sappiamo).
Insomma, un testo da leggere. Ma soprattutto, un testo da visualizzare.

domenica 26 giugno 2022

Coltivare l'ironia per buone pratiche di resistenza -sempre Marx ed Engels




Marx-Engels, "Palinsesto del partito comunista", Gnuton Compton 2018

Anche se i dettagli organizzativi della futura società comunista restano vaghi, Marx ed Engels dimostrano di avere un'idea piuttosto precisa dei programmi televisivi che caratterizzeranno la fase di transizione. Punti di forza del palinsesto sono:

"Mattina nella Sacra Famiglia" (intrattenimento per casalinghe incentrato sulla critica della filosofia hegeliana);

"Cucina di classe" (appassionante competizione tra due squadre che si sfidano nell'esecuzione di ricette a base di bambini);

"La fine della storia siamo noi" (serie di documentari di introduzione al materialismo storico);

"L'isola dei fumosi" (reality show che ha per protagonisti un gruppo eterogeneo di ortodossi, revisionisti, populisti, anarchici e mazziniani, lasciati a discutere di strategie rivoluzionarie su un atollo caraibico).

Dopo la prima serata dominata dai film di Ejzenštejn e Nanni Moretti, nella programmazione notturna spicca il programma per adulti "Luci rosse", diversivo piccante in attesa che sorga il sol dell'avvenire


sabato 25 giugno 2022

Coltivare l'ironia per buone pratiche di resistenza --Max Weber e Luigi Di Maio




Max Weber, "La politica come processione", Montatori 2003 - In questo breve saggio Weber offre un'originale (e per molti versi profetica) interpretazione teologica della politica italiana. Un nuovo soggetto politico inizia tipicamente, come i movimenti di riforma religiosa, da un desiderio di ritorno all'onestà e alla purezza delle origini, e dall'aspirazione messianica ad abolire la povertà. Il principio ispiratore è l'unità, incarnata da un leader carismatico e dalla metafisica dell'"uno è uguale a uno". Segue una dinamica analoga a quella che il neoplatonismo chiama emanazione e la teologia cattolica processione: come lo Spirito Santo procede dal Padre e dal Figlio, così dall'unità originaria del movimento sorgono una molteplicità di correnti, destinate a separarsi con accuse reciproche di eresia. A questo punto un gruppo elegge un nuovo capo carismatico che dà alla sua leadership una legittimazione soprannaturale ("Egli è l'Eletto! Vendeva bibite allo stadio e adesso è ministro degli esteri, avete forse bisogno di altri segni?"). Quando la serie di scissioni ha ridotto il quadro politico a un confuso coacervo di partitini personali centristi, il terreno è fertile per la nascita di un nuovo movimento di rinnovamento morale e il ciclo ricomincia



venerdì 24 giugno 2022

Coltivare l'ironia per buone pratiche di resistenza Ancora. Marx ed Engels



Karl Marx e Friedrich Engels, Il Malinteso del Partito Comunista, Laverza 2048.

Uno spettro si aggira per l'Europa, e ovunque grida: "è giunto il tempo della ricreazione!".
Ma c'era un sacco di rumore di fondo e non si sentiva bene. Forse aveva detto "benedizione", forse "ruminazione".

Nella traduzione qui proposta da Fuffaro, pare che abbia detto "Né rosso né bruno", riferendosi presumibilmente a qualcosa da mangiare.
Perché anche i fantasmi hanno fame.


venerdì 10 giugno 2022

The first thing we do, let’s kill all the lawyers ( William Shakespeare, Enrico VI)





Riportiamo di seguito alcuni estratti da “Per prima cosa, uccidiamo tutti gli avvocati”, il libro appena pubblicato dall’avvocato Stefano Bigolaro per la Cleup, editrice dell’Università di Padova. Bigolaro è anche un autorevole commentatore del Dubbio.


https://www.ildubbio.news/2022/06/08/avvocati-20220608-0633-312428/

Il titolo

The first thing we do, let’s kill all the lawyers ( William Shakespeare, Enrico VI) La frase è curiosa, e insieme piuttosto truce. Ma il senso non è quello che appare. Nell’opera di Shakespeare, l’Enrico VI, è chi vuole impadronirsi con la violenza del potere e sovvertire l’ordine pubblico a incitare all’omicidio di tutta la categoria come prima cosa da fare. Dunque è un complimento agli avvocati, visti come difensori dei valori di giustizia e di civiltà.

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Siamo troppi, e non godiamo neanche di buona fama, al punto che l’invito a eliminarci tutti può sembrare divertente. Ma la difesa che assicuriamo è fondamentale non solo per chi assistiamo, ma per ogni persona e per l’intera collettività


Il dato di partenza è comprendere che il diritto amministrativo – questo mix fatto di regole, organizzazione, poteri, pubbliche amministrazioni – è ovunque. Insomma, siamo immersi nel diritto amministrativo, solo che non ce ne accorgiamo se non quando qualche occasione ci porta a pensarci. Siamo come pesci nell’acqua, che non si accorgono di esserci dentro, perché quello è l’ambiente in cui vivono.


Quando si parla di legalità tendiamo a pensare a vicende di criminalità organizzata o comunque al diritto penale. Ma la giustizia amministrativa è cruciale per garantire la legalità di tutto quel complicatissimo mondo amministrativo nel quale siamo inseriti. Serve a far sì che tutti noi, come pesci, non finiamo per trovarci a nuotare in un’acqua sempre più torbida.


Chi fa ricorso non dovrebbe essere ostacolato, perché – non importa che abbia torto o ragione – non tutela solo sé stesso, ma la legalità complessiva dell’agire amministrativo: tramite il suo ricorso si attua la possibilità di un controllo su una rete di poteri e scelte organizzative altrimenti impenetrabili