lunedì 18 marzo 2024

Episodi palermitani nella questione "cimiteri e tombe"

 


Mio nonno Gaetano Festa nel maggio 1925 acquistò la concessione per edificare la tomba di famiglia all'interno del cimitero Sant'Orsola /camposanto di Santo Spirito  a Palermo,che di per sè è anche una bella villa dove i ragazzini e le ragazzine usano anche rincorrersi e giocare a nascondino ed è anche storicamente importante perchè nell'allora piazza antistante la Chiesa di Santo Spirito scoppiò il 30 marzo del 1282 la rivolta dei Vespri Siciliani contro gli Angioini dominatori


Mia sorella Francesca  si è posta, da qualche mese, la necessità di verificare se la concessione fosse in scadenza o fosse stata dichiarata perpetua (e come tale pagata) dal nonno atteso che concessioni perpetue non ne vengono più rilasciate, ope legis.

Oggi pomeriggio Francesca ed io (nostro fratello Salvatore  era impegnato  in questioni /faccende di lavoro) ci siamo recati alle 15 in punto presso gli uffici amministrativi della società che gestisce il cimitero/camposanto.

Alle 15 si era già formato un turno significativo  ed eravamo i settimi con tanto di scontrino numerico.

Ma.. aperti gli uffici, veniamo subito avvisati della regola aziendale interna. Coloro i quali devono acquistare un loculo NON devono staccare lo scontrino numerico ma iscriversi in un elenco a prescindere dal numero dello scontrino . E quindi i due operatori presenti alla ricezione (pomposamente denominata Front Office) avrebbero sempre ricevuto ,volta per volta,un  cittadino con lo scontrino e un  cittadino per acquisto loculo. 

Con mia sorella concordiamo che in fondo potrebbe essere corretto: chi deve acquistare un loculo ha certamente una necessità immediata.

Ma un signore,avendo ascoltato la nostra conversazione, ci fa notare che siamo un po' troppo ingenui...

Intanto evidenzia che il servizio di ricevimento dei cittadini è statuito in quattro ore mattutine da lunedi al venerdi e soltanto per due ore il lunedì  pomeriggio. Non è proprio un servizio totale per le necessità concrete  dei cittadini. 

Con il sistema introdotto all'azienda l'acquisto dei loculi diventa primaziale, certamente per le necessità dei cittadini, ma anche perchè ogni loculo costa mediamente circa quattromila euro mentre una normale pratica di concessione ha costi decisamente inferiori. Insomma il signore notava che gli uffici sono aperti per vendere loculi e a latere per altre pratiche. 

Alla fine mia sorella ed io di fatto siamo stati ricevuti ma non più come settimo scontrino numerato ma come 15.mi  di fatto .

Ma provvidenzialmente Nonno  Tano,da buon commerciante quale egli era, aveva tutto previsto: la concessione è perpetua ad libitum per tutte le generazioni successive. 







martedì 30 gennaio 2024

Garibaldi fu ferito -mia nipote Maya-il gioco delle vocali

 

Nella venerata memoria di Mons Antonino Trentacosti mio parroco cattolico Via Pitrè-Altarello di Baida  per far divertire noi allora ragazzini aspiranti di Azione Cattolica

Ed ora da nonno ho trasmesso (tradere..tradizione...  ) tale divertimento a Maya


Testo originale 

Garibaldi fu ferito

Fu ferito nella  gamba

Garibaldi che comanda

Che comanda i bersaglieri


Il Gioco del Nonno e della nipotina 



Garabalda fa farata 

Fa farata nalla  gamba

Garabalda ca camanda

ca camanda a barsaglara


Gerebelde fe ferete

Fe ferete nelle  gembe

Gerebelde  ce cemende

Ce cemende e berseglere


Giribildi fi firiti

Fi firiti nilli  gimbi

Giribildi ci cimindi

ci cimindi i birsigliri


Goroboldo fo foroto

fo foroto nollo  gombo

Goroboldo co  comondo

Co comondo o borsogloro


Gurubuldu  fu furuto

Fu furuto  nullu   gumbu

Gurubuldu cu  cumundu 

Cu  cumundu  u  bursugluru 









martedì 14 novembre 2023

Costruirono una strada lì, dove era un viottolo di campagna - di Alessandro Frezza




Costruirono una strada lì, dove era un viottolo di campagna. A primavera, dell'erba sollevò il manto d'asfalto e venne alla luce. Così stesero ancora più asfalto, ma l'erba uscì fuori ugualmente. Presero allora un tipo di materiale molto più duro e sostituirono gli strati precedenti, ma le tenere piantine lo spaccarono ugualmente, dopo averlo gonfiato come fa la talpa con la terra. Rinunciarono all'impresa quando dovettero loro malgrado ammettere che non era la durezza dell'ostacolo a contare, ma la determinazione di chi voleva vivere.

https://www.facebook.com/delbene.delmale.7/posts/pfbid024TeuRSNT5jrW3gUDSCbhLnTNGvo9p62DPHbFvjHk3ZMtJX23LxLKzqsQKqVSgjsJl


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Ho condiviso la meditazione di Alessandro Frezza  a futura memoria per buone pratiche di resistenza

Padre Giovanni Festa 

domenica 5 novembre 2023

Per buone pratiche di resistenza : l'astensionismo attivo .. garanzie, tutele, regole e procedure...(aggiornamento 2024)






Il diritto di voto è garantito dall’articolo 48 della Costituzione che così recita: “Sono elettori tutti i cittadini, uomini e donne, che hanno raggiunto la maggiore età. Il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico. La legge stabilisce requisiti e modalità per l’esercizio del diritto di voto dei cittadini residenti all’estero e ne assicura l’effettività. A tale fine è istituita una circoscrizione Estero per l’elezione delle Camere, alla quale sono assegnati seggi nel numero stabilito da norma costituzionale e secondo criteri determinati dalla legge.”

Tale diritto non si perde in caso di astensione, perché il citato articolo della Costituzione prevede:

“Il diritto di voto non può essere limitato se non per incapacità civile o per effetto di sentenza penale irrevocabile o nei casi d’indegnità morale indicati dalla legge.”

Dunque per il non votante non vi è alcuna perdita del diritto che ha acquisito al compimento dei 18 anni, né vi è, come in passato, alcuna conseguenza giuridica.


Le tipologie dell'astensionismo


1.La forma più comune di non voto è quella di restare a casa e non recarsi al seggio elettorale, ma il numero degli astenuti non avrà alcun peso nel calcolo delle percentuali utili per la distribuzione dei seggi.


2.Vi è poi il rifiuto della scheda elettorale nel seggio

1.2 Presentarsi al seggio elettorale, consegnare il proprio documento e la tessera elettorale per farsi registrare e subito dopo rifiutare il ritiro della scheda elettorale chiedendo al presidente del seggio di inserire a verbale le ragioni del rifiuto e della protesta.

La fattispecie, in assenza di una legge specifica, è disciplinata dalla Circolare n. 19/2013 del Ministero dell’Interno che prevede quanto segue: “Al riguardo, si ritiene che, in tali evenienze, il presidente del seggio – al fine di non rallentare il regolare svolgimento delle operazioni – possa prendere a verbale la protesta dell’elettore e il suo rifiuto di ricevere la scheda, purchè la verbalizzazione sia fatta in maniera sintetica e veloce, con l’annotazione nel verbale stesso delle generalità dell’elettore, del motivo del reclamo o della protesta, allegando anche gli eventuali scritti che l’elettore medesimo ritenesse di voler consegnare al seggio. Per quanto attiene la rilevazione del numero degli elettori, appare utile rammentare che coloro che rifiutano la scheda non dovranno essere conteggiati tra i votanti della sezione elettorale.”

In tal caso quindi il presidente del seggio (potrà o dovrà ? ) verbalizzare la protesta dell’elettore, ma simile modalità di astensione attiva dal voto con rifiuto della scheda – comportamento perfettamente legittimo – non può essere considerata utile ai fini dell’inclusione di quel cittadino tra i votanti 


2.2 l’elettore si reca nel seggio, consegna il suo documento insieme alla tessera elettorale e dopo aver ritirato la scheda la riconsegni senza entrare nella cabina, in quanto soltanto in questo caso quell’elettore dovrà essere conteggiato tra i votanti e la scheda sarà considerata nulla.

https://www.studiolonoce.it/articoli/significato-e-conseguenze-dellastensione-attiva/

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Da tempo utilizzo l'opzione 1.2. Per non intralciare le operazioni di voto mi presento al seggio già con la dichiarazione scritta e, fino ad oggi, è stata sempre inserita a verbale.

Per le elezioni nazionali del 2022 la mia dichiarazione era la seguente: "Piero Gobetti, Giovanni Amendola, Lauro De Bosis, Carlo e Nello Rosselli, Jan Palach, l'eccidio di Porzus, Imre Nagy, Giovanni Malagodi, Errico Malatesta,Camillo Berneri,Francesco Barbieri, Ferruccio Parri,Don Milani, Don Minzoni, Don Mazzolari, Don Dossetti "

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il siparietto tra me e il presidente di seggio alle elezioni del 2022

Il presidente di seggio mi conosceva (altre due volte c'eravamo incontrati per la stessa tipologia).. Appena mi ha visto, si è rivolto agli assistenti: "per l'elettore provvedo io "


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per le prossime elezioni europee 2024  la mia dichiarazione scritta per il verbale 

"Sergio Moroni -Gabriele Cagliari -Raul Gardini-Sergio Castellari. Franco Franchi, coordinatore di una USL di Milano-Il segretario del Partito Socialista di Lodi, Renato Morese, che si tolse la vita con un colpo di fucile alla testa, Giuseppe Rosato, della Provincia di Novara, Mario Luciano Vignola, della Provincia di Savona, l’imprenditore di Como Mario Comaschi. Il maresciallo della Guardia di finanza Landi- Antonio Vittoria, ex preside della Facoltà di Farmacia dell’Università Federico II di Napoli e membro del Cip farmaci-l'imprenditore Mario Majocchi, vicepresidente dell'ANCE" 

giovedì 28 settembre 2023

(dalla libreria di casa) Buone Pratiche di resistenza contro ogni mainstream




Lettera ai contadini sulla povertà e la pace   di Jean Giono (Autore)  Maria Grazia Gini (Curatore) 
Ponte alle Grazie, 2016

"In questo scritto vibrante e poetico, troviamo nella sua forma più limpida e completa il pensiero morale che sottende a tutta l’opera di Jean Giono: la superiorità della natura sulla tecnologia, la salvezza dell’uomo attraverso un lavoro naturale, la celebrazione dell’individualismo spinto fino all’anarchia. Scritto alla vigilia del secondo conflitto mondiale, questo accorato appello costituisce un tentativo disperato da parte di Giono di opporre le armi della semplicità, del buon senso e della poesia a un mondo che stava evidentemente prendendo la direzione opposta: quella del profitto e della guerra. L’appello, com’è ed era ovvio, non fu ascoltato. Rilette a più di mezzo secolo di distanza, le parole che Giono indirizza ai suoi «amici» fanno pensare a una grande occasione perduta, nell’ultimo momento in cui forse era ancora possibile non compiere la svolta che avrebbe cancellato per sempre il modo di vivere, la cultura e la saggezza dei contadini. L’ultimo momento in cui i contadini sapevano ancora «far festa», vivevano «alla misura dell’uomo», conoscevano «l’abbondanza di una ricchezza commestibile destinata a soddisfare l’appetito di tutti i sensi» e «quella povertà che è la ricchezza legittima e naturale: la gloria dell’uomo». Mai come oggi questo scritto di Giono si presenta attuale e urgente, se è vero che non è mai troppo tardi, e che nella mente e nelle mani dell’uomo non esiste solo il potere di distruggere, ma anche quello di crearsi la felicità."


Jean Giono è uno dei grandi scrittori contemporanei. Grande per le sue capacità letterarie, grande per la sua umanità. E' nato nel 1895 a Manosque, in Alta Provenza, dove ha vissuto tutta la sua vita e dove è morto nel 1970. Era figlio di immigrati piemontesi, il padre calzolaio e la madre lavandaia. "Era un artigiano calzolaio. Sapeva fare un paio di scarpe partendo dal rotolo di cuoio fino ad arrivare alle stringhe. Il rotolo di cuoio passava tra le mani di mio padre e si trasformava in scarpe fatte su misura e pronte da calzare. Preparava da solo tutti i pezzi della scarpa e utilizzava tutti i materiali adatti a fabbricarla: cuoio, filo, pece, setole di maiale, cera, chiodi; si serviva di tutti gli attrezzi nella loro diversità. Egli era l'assoluto padrone della sua vita, come un uomo degno di questo nome deve essere". Giono ha scritto, a mio parere, uno dei più grandi romanzi contro la guerra, "Le grand troupeau", che purtroppo non troverete in italiano. E' un romanzo che celebra la vita, come sempre i suoi scritti, e in particolare la vita semplice e contadina; un romanzo che fa vedere, sentire, annusare l'oscena mostruosità contronatura della guerra. Ma tutti i suoi scritti valgono la lettura, tutti i suoi personaggi sono realisticamente umani, ricchi, sangue carne e spirito, assieme ai suoi paesaggi, alberi, animali. Jean Giono è stato il cantore delle colline e montagne provenzali, della vita campagnola in ogni suo aspetto, acqua e vento e stormire di fronde, del popolo contadino, della generosità e della gloria inconsapevole. 

Nel libro di cui riporto i brani Giono fa un accorato appello a quella che chiama "la classe contadina" perché non smarrisca le sue grandiose caratteristiche, perché non muoia. Oggi che in Occidente i contadini non esistono più, ma solo i cosiddetti "imprenditori agricoli", cioè imprenditori come tutti gli altri, intenti a sfruttare la terra, sé stessi e (i più ricchi) il lavoro salariato; intenti a competere per aumentare le proprie ricchezze con monocolture intensive e a fare la spesa al supermercato, è particolarmente interessante e commovente leggere questo appello. Dato poi che l'Occidente e le sue multinazionali stanno sistematicamente distruggendo i contadini anche degli altri continenti.
https://www.soniasavioli.it/post/lettera-ai-contadini-sulla-povertà-e-la-pace
Lo stesso link presenta un brano del libro


https://www.youtube.com/watch?v=d2ZBEn55Oro




venerdì 25 agosto 2023

per un'ipotesi di rassegna bibliografica fuori da ogni mainstream (spero ..prima parte...)




Bisogna avere un caos dentro di sè, per generare una stella danzante. 

Ph. Matt Dixon


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IL “PUNTO OMEGA”: DOVE MIRCEA ELIADE E TEILHARD DE CHARDIN SI INCONTRANO


Il 10 aprile 1955 morì il teologo, filosofo e paleontologo francese Teilhard de Chardin. Le sue concezioni ‘eretiche’ ed escatologiche trovarono un punto di intersecazione in quelle dello storico delle religioni rumeno nell’idea del Cristo Universale, della religiosità cosmica e del “Punto Omega” in cui la storia avrebbe conosciuto la sua estinzione


https://axismundi.blog/2021/04/10/il-punto-omega-dove-mircea-eliade-e-teilhard-de-chardin-si-incontrano/


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QUADERNI DI STUDI INDO-MEDITERRANEI
N. 14

VIA NOVA
Emergenze dell’Oltre da Lascaux a oggi
Emergences of the Beyond from Lascaux to Today





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"Anche nei nostri anni, il potere continua a esercitare la sua funzione repressiva. Non si mostra con le stesse fattezze che aveva nei secoli scorsi: ora indossa una maschera benevola, che però gli sta stretta, e alle volte lascia trasparire un lembo dell’opprimente realtà sottostante. Permette una piccola valvola di sfogo, quando la ribellione non va davvero a sfiorare un tasto critico, ma ritorna in breve all’uso della forza non appena la minaccia si dimostra concreta."




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Benedetta Tobagi – La resistenza delle donne



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𝑰𝒔𝒑𝒆𝒛𝒊𝒐𝒏𝒊 𝒅𝒆𝒍𝒍𝒂 𝒕𝒆𝒓𝒓𝒊𝒃𝒊𝒍𝒊𝒕𝒂̀. 𝑳𝒆𝒐𝒏𝒂𝒓𝒅𝒐 𝑺𝒄𝒊𝒂𝒔𝒄𝒊𝒂 𝒆 𝒍𝒂 𝒈𝒊𝒖𝒔𝒕𝒊𝒛𝒊𝒂 a cura di lorenzo zilletti e leonardo scuto.



Un viaggio negli abissi della giustizia penale, che ha per guida la produzione narrativa di Leonardo Sciascia. Nelle Ispezioni della terribilità, intellettuali di diversa formazione si misurano attorno a frasi-chiave sulla giustizia (quasi delle “sentenze memorabili”) estratte dai testi sciasciani. Rifuggendo da tecnicismo e linguaggio iniziatico, i contributi contenuti nel volume smentiscono un convincimento diffuso: che il volto feroce della giustizia appartenga ad epoche remote o dipenda da occasionali storture di un apparato altrimenti virtuoso. L’opera è impreziosita da un raffinato apparato iconografico (a cura di Francesco Izzo) e da preziosi cammei di Massimo Bordin.





giovedì 6 luglio 2023

Per buone pratiche di resistenza a tutti i mainstream con Martha Rivera-Garrido*

 Martha Rivera Garrido - Non innamorarti di una donna che legge


Non innamorarti di una donna che legge, di una donna che sente troppo, di una donna che scrive…

Non innamorarti di una donna colta, maga, delirante, pazza.

Non innamorarti di una donna che pensa, che sa di sapere e che, inoltre, è capace di volare, di una donna che ha fede in se stessa.

Non innamorarti di una donna che ride o piange mentre fa l’amore, che sa trasformare il suo spirito in carne e, ancor di più, di una donna che ama la poesia (sono loro le più pericolose), o di una donna capace di restare mezz’ora davanti a un quadro o che non sa vivere senza la musica.

Non innamorarti di una donna intensa, ludica, lucida, ribelle, irriverente.

Che non ti capiti mai di innamorarti di una donna così.

Perché quando ti innamori di una donna del genere, che rimanga con te oppure no, che ti ami o no, da una donna così, non si torna indietro.

Mai.” 

(Martha Rivera Garrido)


*Martha Rivera-Garrido, also credited as Martha Rivera (born January 19, 1961), is a writer from the Dominican Republic. She is part of the Dominican literary cohort named the 80s Generation.[1] Rivera-Garrido was known primarily as a poet prior to the release of her debut novel, He Olvidado tu Nombre (I Have Forgotten Your Name).[2] The novel won the International Novel Prize of the Casa de Teatro in 1996. In 2013, a street in Santo Domingo was named in her honour.Rivera-Garrido was born in Santo Domingo. She is the great-granddaughter of the Dominican poet Gastón Fernando Deligne [es].[3] She studied Political Science at the Autonomous University of Santo Domingo. She has lived for long periods in the United States in New York City and Miami, as well as in San Juan, Puerto Rico.[4] [3]


 1"Designan con el nombre Martha Rivera una calle en Feria Internacional del Libro". Diario Dominicano. Retrieved 29 April 2020.

2 Jump up to: a b Berg, Mary (2004). "Translator's prologue". I've forgotten your name. Rivera, Martha. Buffalo, NY: White Pine Press. p. 9. ISBN 1-893996-73-5. OCLC 55875906.

3 Jump up to: a b Saba, Ramon. "Literary Trajectories: Martha Rivera-Garrido". Dominicana en Miami.

4 Medrano, Nestor (19 June 2015). "Martha Rivera Garrido: Intento ser poeta en todo lo que escribo, incluyendo narrativa y ensayo". Listin Diario. Retrieved 29 April 2020.

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Altre opere realizzate da Martha Garrido:


Transparencias de mi espejo nel 1985

Geometría del Vértigo nel 1985

Enma, la noche, el mar y su maithuna nel 1995

Alfabeto de Agua nel 2013

Enma e altriframmenti nel 2016

Distaccandosi leggermente dalle sue opere, nel 1998 Martha decide di redigere e scrivere il documentario intitolato “Artisti ad Aprile”, per narrare esattamente quel che è accaduto nella Rivoluzione di Aprile verificatasi nell’anno 1965.


In tutte le sue opere e testi, Martha Garrido ha scelto di utilizzare appositamente un linguaggio piuttosto provocatorio. Il suo modo di porsi trova fondamento nella sua voglia di evadere dall’incasellamento obbligatorio che la società riserva alle donne. La Garrido ha sempre lottato per ampliare i diritti del genere femminile.


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in sede di meticciato e contaminatio. ho riscontrato il testo di Martha Rivera-Garrido nella sezione  SAGGI del blog