venerdì 17 luglio 2020

per un'ecclesiologia ''apolide''


Hermann Hesse



Un viandante non è un viaggiatore. Non si limita a superare occasionalmente delle distanze, ma percorre degli itinerari, connota degli spazi. E dal momento che nemmeno è un pendolare, questi spazi, questi itinerari sono sempre diversi. Il viaggio è la sua vita, lo spostamento è la sua meta. Questo lo differenzia dal viaggiatore. Il viaggiatore parte, arriva, vede. Il viandante non parte, perché non ha luoghi o affetti da cui staccarsi, e non arriva, perché non ci sono affetti e luoghi a cui legarsi: e soprattutto non vede, ma conosce, non subisce l’alterità, ma è riconosciuto. Non avendo dimora, non è mai uno straniero. E di ogni contrada, naturale o ideale, può fare la sua patria, senza rinnegare la sua vocazione di apolide

martedì 14 luglio 2020

Perché non sono juventino-Viandanti delle Nebbie ai viandanti, ai viaturi e ai viandati



Perché non sono juventino
di Paolo Repetto, da Sottotiro review n. 4, giugno 1996



sta  in


''La Juventus è stata solo la prima manifestazione simbolica (ma mica poi tanto) del potere, una delle sue molteplici incarnazioni: ha prefigurato la DC, il craxismo, le mode culturali, gli intellettuali da talk-show, Berlusconi, tutti quei sugheri insomma (per non dire quegli stronzi) che galleggiano su qualsiasi mare. E soprattutto mi ha fatto capire come siano sempre la stragrande maggioranza coloro che si accontentano di vincere, e di vivere, per interposta persona o squadra o idea, e non hanno il minimo sentore di cosa significhi accettare dignitosamente e sportivamente (quando si può) la sconfitta. Non è stato sempre facile, ad onta della naturalità della disposizione, vivere da cultore delle cause perse (ma non da perdente, si badi bene)''

''Chi insegue un sogno non desidera, in realtà, la sua realizzazione, ma vuole solo poter continuare a sognare. All’orizzonte di quell’oceano ci sarebbe stata sempre un’altra isola, per ripararsi durante un tifone, o per riposarsi e amare. Quell’orizzonte aperto sarebbe stato sempre lì, un invito ad andare.''
HUGO PRATT

giovedì 9 luglio 2020

uno straordinario elogio di San Giuseppe nell' Incipit di 'I Vangeli per Guarire''di Alejandro Jodorowsky


pagina  17


''Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù chiamato Cristo.''

Giuseppe,perchè  Giuseppe?

Bisogna  avere  molto  chiaro  che è  Giuseppe  ad  innestare  il  suo  albero  genealogico  su  quello  di  Cristo e  che,in  tal  modo  egli  offre  a  Dio  la  possibilità  di  mantenere  la  promessa  fatta  alla  casa  di  Davide(2  Samuele7,12-16)

Dunque,per  quanto  incredibile  possa  sembrare,senza  Giuseppe  non  ci  sarebbe  stato  alcun  Messia''

Ricordando  che  era  impossibile  tagliare  la  tunica  di  Cristo e  che  coloro  che  se  la  disputavano,dovettero  giocarsela  a  dadi....

 D'altra  parte  chi  diede  la  tunica  a  Cristo?  

'' Possiamo  pensare  che  fu  Giuseppe(ilpadre di Gesù) dato che  il  Cristo  è  figlio  di  Davide  per  il  tramite  di  Giuseppe

mercoledì 8 luglio 2020

Santa ed Apocalittica Noote 8 Luglio-catastrofe-καταστροϕή

Usi filosofici della catastrofe



Lisbona inghiottita dalla terra e dal mare 
. Stampa del XVIII secolo conservata alla Bibliothèque Nationaledi Parigi. Riproduzione in J. Kozák e M.-C. Thompson, Historical Earthquakes in Europe,Swiss Reinsurance Company, Zürich 1991


Usi filosofici della catastrofe


Le rovine del centro di Lisbona 
. Dalla Recueil des plus belle ruines de Lisbonne causées par le trem-blement et par le feu du premier Novembre 1755 
, dessins exécutés par Messrs Paris et Pedegache;gravés par Jacques-Francois Blondel; publiés par Jacques-Phillippe Le Bas, Paris 1757



Filosofia e Catastrofe
https://www.academia.edu/30044236/Filosofia_e_Catastrofe_XXI_2016_II_?email_work_card=title

Lo Sguardo - Rivista di Filosofia






venerdì 3 luglio 2020

per resistere comunque e laicalmente...3 Luglio Santa ed Apocalittica Notte



Il 25 giugno 1876 il famoso capo indiano Toro Seduto, che è a capo di 3.500 guerrieri Sioux e Cheyenne, ottenne una schiacciante vittoria sul colonnello George Armstrong Custer del Settimo cavalleggeri nella famosa battaglia di Little Bighorn.





"Se sei triste quando sei da solo, probabilmente sei in cattiva compagnia."
- Jean-Paul Sartre


"Finché tu soffri per te, per la tua fame, per la miseria tua, della tua donna e dei tuoi figli. Finché ti avvilisci e ti rassegni allora tutto va bene. Sei un buon padre di famiglia, un buon cittadino. Ma appena tu soffri per la fame degli altri, per la miseria dei figli degli altri, per l'umiliazione degli altri uomini allora sei un uomo pericoloso, un nemico della società". 
Curzio Malaparte


Innalzata a rango di religione dall’1% più ricco del pianeta, la tecnologia digitale è qualcosa di più di uno strumento di comunicazione: è un poderoso strumento di potere per raccogliere una massa di informazioni che permetteranno di manipolare, controllare e/o confinare milioni di persone sulla terra. Di conseguenza, il capitalismo della sorveglianza è una minaccia per la libertà e l’indipendenza della persona..

Carlos Fazio



"Fino a quando gli uomini non avranno imparato a discernere, sotto qualunque frase, dichiarazione e promessa morale, religiosa, politica e sociale, gli interessi di queste o quelle classi, essi in politica saranno sempre, come sono sempre stati, vittime ingenue degli inganni e delle illusioni."
(Vladimir Lenin)





“Ho letto due volumi delle opere di Hegel. Non posso ancora dire niente, sto ancora aspettando il verbo": Mark Twain).




Con la tempesta è caduto il trucco di quegli stereotipi con cui mascheravamo i nostri ego sempre preoccupati della propria immagine (Papa Francesco). 



Dimitar Pesev nel 1943 era vicepresidente del parlamento bulgaro. Conservatore anticomunista appoggiava la svolta autoritaria e filotedesca di re Boris, considerata una garanzia d'ordine antirivoluzionaria. Ma non senza limiti.
La sua opposizione, appoggiata da 40 parlamentari, all'ordine del governo di deportazione degli ebrei bulgari in Polonia (cioè verso sicura morte) richiesta dall'alleato tedesco, diede copertura politica alle manifestazioni a Sofia di ebrei e non ebrei, cui si unì la voce del metropolita capo della Chiesa ortodossa che, sul sagrato della cattedrale in piazza Alexander Nevskji, pronunciò un duro monito contro i tedeschi: "Non ci provate! Giù le mani dai nostri cittadini!". I tedeschi dovettero rinunciare, una deportazione di massa non poteva essere realizzata senza una collaborazione locale e nemmeno loro potevano fronteggiare la rivolta di un popolo. Fu un caso unico in un'Europa dove le altre comunità ebraiche non sfuggirono allo sterminio, inclusa quella italiana.
Pesev fu arrestato dai comunisti nel dopoguerra, amnistiato poco dopo visse e morì in povertà nel 1973, dimenticato da molti ma non dagli ebrei e da Israele che gli concesse il titolo di Giusto tra le Nazioni.
La vicenda insegna che  la storia è il prodotto grigio, non bianco e nero, delle libere scelte degli uomini, non di un percorso ineluttabile e irresistibile, e, sul piano etico, che non vale l'alibi "non si poteva fare altrimenti" perché, se l'uomo è libero, si può sempre fare altrimenti.

DAVID  SPAGNOLETTO