Riportiamo di seguito alcuni estratti da “Per prima cosa, uccidiamo tutti gli avvocati”, il libro appena pubblicato dall’avvocato Stefano Bigolaro per la Cleup, editrice dell’Università di Padova. Bigolaro è anche un autorevole commentatore del Dubbio.
https://www.ildubbio.news/2022/06/08/avvocati-20220608-0633-312428/
Il titolo
The first thing we do, let’s kill all the lawyers ( William Shakespeare, Enrico VI) La frase è curiosa, e insieme piuttosto truce. Ma il senso non è quello che appare. Nell’opera di Shakespeare, l’Enrico VI, è chi vuole impadronirsi con la violenza del potere e sovvertire l’ordine pubblico a incitare all’omicidio di tutta la categoria come prima cosa da fare. Dunque è un complimento agli avvocati, visti come difensori dei valori di giustizia e di civiltà.
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Siamo troppi, e non godiamo neanche di buona fama, al punto che l’invito a eliminarci tutti può sembrare divertente. Ma la difesa che assicuriamo è fondamentale non solo per chi assistiamo, ma per ogni persona e per l’intera collettività
Il dato di partenza è comprendere che il diritto amministrativo – questo mix fatto di regole, organizzazione, poteri, pubbliche amministrazioni – è ovunque. Insomma, siamo immersi nel diritto amministrativo, solo che non ce ne accorgiamo se non quando qualche occasione ci porta a pensarci. Siamo come pesci nell’acqua, che non si accorgono di esserci dentro, perché quello è l’ambiente in cui vivono.
Quando si parla di legalità tendiamo a pensare a vicende di criminalità organizzata o comunque al diritto penale. Ma la giustizia amministrativa è cruciale per garantire la legalità di tutto quel complicatissimo mondo amministrativo nel quale siamo inseriti. Serve a far sì che tutti noi, come pesci, non finiamo per trovarci a nuotare in un’acqua sempre più torbida.
Chi fa ricorso non dovrebbe essere ostacolato, perché – non importa che abbia torto o ragione – non tutela solo sé stesso, ma la legalità complessiva dell’agire amministrativo: tramite il suo ricorso si attua la possibilità di un controllo su una rete di poteri e scelte organizzative altrimenti impenetrabili
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