giovedì 30 giugno 2022

Coltivare l'ironia per buone pratiche di resistenza---Gilles Deleuze&Felix Guattari, Mille Viali, Tavernelli, 2010



Gilles Deleuze&Felix Guattari, Mille Viali, Tavernelli, 2010 


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 Nel 1980, al termine di una noiosa e stressante sessioni di esami, gli amici Deleuze e Guattari vanno per un mese in vacanza ad Amsterdam, l’unica capitale europea che ha legalizzato l’uso della marjuana e dei lettini lacaniani. Durante il viaggio, i pensatori si liberano delle culotte cartesiane e dei mutandoni hegeliani che si erano portati in valigia e scoprono l’ebbrezza anarchica del pe-rizoma puntiforme. Se Freud sosteneva il principio del “coprire le palle per far pensare la pelle”, D&G affermano invece la tesi del “tagliare le palle per sfrangere il Capitale”. L’idea, non priva di contraddizioni, nasce dal circolo decostruzionista dei coffee shop amsterdamiani, i cui clienti sostenevano da tempo l’impossibilità di rollare una canna senza essere capovolti dalla canna medesima. Deleuze chiama questo capovolgimento di prospettiva “sicceità chimica”, un termine che egli riprende dalla scolastica scrotistica francese ma che declina in chiave postmoderna: “QUESTA canna, come QUESTO uomo, sono una canna e un uomo perfetti, pur non confondendosi né con una cosa né con un soggetto universale e predefinito. Ciò che conta non è l’atto del pensare la cosa, ma l’evento del fumare la canna. Ma soprattutto, ho fame. Passami la cioccolata”

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