venerdì 1 luglio 2022

Coltivare l'ironia per buone pratiche di resistenza----Jean Paul Sartre, L’assistenzialismo è un umanesimo, Murcia 2021 -





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 Nato da una celebre conferenza sulla piattaforma Rousseau, tenutasi dopo la novantasettesima crisi di governo provocata dal cinico ministro Frenzì, questo testo risponde a una delle domande che hanno ossessionato Sartre nel corso della sua lunga carriera: l’intellettuale si mantiene attraverso la politica o dalla politica è mantenuto? Richiamandosi a Pico della Mirandola e alla celebre tradizione umanista, Sartre ci ricorda che l’uomo «è l’unico animale che si fa pagare per ciò che può essere». Premessa da cui egli deduce coerentemente che l’intellettuale, quale emblema stesso dell’umanità, sia il più costoso degli esseri pensanti, a libro paga dello Stato. Per questo, contro tutte le visioni monastiche della filosofia, egli afferma che il vero intellettuale debba essere «assisté». Tesi epocale, che permetterà al visionario Jill de Moué di far approvare dal Parlamento la legge del reddito di cittadinanza metafisica per i disoccupati della ragione.
Un decreto fortemente criticato da Heidegger nella Lettera sull’assistenzialismo, dove leggiamo che il vero intellettuale fa il giardiniere nella Foresta Nera, porta imbarazzanti calzoni di lana vetrata e mangia esclusivamente zuppe di lardo preparate da donzelle vichinghe. Ma questa è un’altra faccenda. 

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