martedì 5 maggio 2020

Manuale di resistenza. Lamento degli uomini selvaggi della foresta sulla slealtà del mondo




Lamento degli uomini selvaggi della foresta
sulla slealtà del mondo

Norimberga 1530
Firenze 2016.
Tradotto per Il Covile
da Gabriella Rouf,
con la cura linguistica
di Marisa Fadoni Strik.





ODDIO,
com’è corrotta umanità, O com’è diffusa la slealtà,

come giustizia schiava giace,
come ingiustizia si compiace,

come si onora chi fa usura,
come campare è cosa dura,

come si sperpera la tassa,
come il privato l’oro incassa,

come la frode piú dilaga,
come l’imbroglio ben ripaga,

come il potere è prepotenza,
come calpesta l’innocenza,

come il vizioso non ha onta,
come il sangue nulla conta,

com’è oltraggiata verità,
com’è di vanto impunità,

come si ostenta la ricchezza,
come la povertà si sprezza,

come dell’oro solo importa,
come la pietà l’è morta,

com’è saggezza estinta affatto,
come menzogna è in ogni atto,

come l’invidia i cuor governa,
come non carità fraterna,

com’è scomparsa la lealtà,
com’è svanita l’umiltà,

come mitezza è calpestata,
come la fede è dileggiata,

come la tolleranza manca,
come la devozione è stanca,

come obbedienza non si loda,
come il candore è fuori moda,

come l’ingenuità è fittizia,
com’è sparita l’amicizia,

com’è lussuria la passione,
com’è sfrontato chi s’impone,

come il ruffiano gli si presta,
come la maldicenza appesta,

come a fandonie si dà retta,
come l’inganno tutto infetta,

come arte non ha piú bellezza,
come ha successo la stoltezza,

come chi è sobrio è detto fesso,
come si abusa d’ogni eccesso,

come il pacifico si adegua,
come barbarie non dà tregua,

come la vanagloria abbonda,
come l’avidità è profonda,

come egoismo gli atti ispira,
come gli scrupoli aggira,

come la ruberia dà frutto,
come l’astuzia piglia tutto,

come su Dio il falso si giura,
come di ciò non ci si cura,


come adulterio è banale,
come il clero è carnale,

come trionfa ipocrisia,
com’è rabbiosa tirannia,

com’è screanzata gioventú,
come vecchiaia non ha virtú,

come la donna ha oscene mode,
come uomo è duro, ma non prode,

com’è perversa società,
come si pente pur chi dà,

come la merce è guasta e finta,
come l’abuso ognor l’ha vinta,

come divampano le liti,
come son crapula i conviti,

come apre al male la coscienza,
come dilaga la violenza,

come la Cristianità è muta,
come la santità è sparuta,

come i comandamenti odiati,
come si è a morte impreparati,

come si nega l’Al di là,
come la vita è vanità,

come divina legge sfida,
come rifiuta la sua guida,

com’è acerba, vana la rabbia
avverso il sistema che ingabbia!

hé, summa summarum, chi è onesto, 
Chi è semplice, mite, modesto,

vien leso, deriso, proscritto,
ma tocca la stima e il profitto

a chi è scaltro, infido, ruffiano,
a chi non ha scrupolo umano

Poiché è al potere nel mondo, 
l’astuto, il malvagio, l’immondo,

ce ne allontanammo: da allora,
la selva ci è impervia dimora,

coi nostri selvatici figli,
che altrui non ci trovi né pigli;

la terra ci dà gli alimenti,
in frutti e radici, a sorgenti

beviamo purissime onde,
di muschi, di foglie, di fronde

facciamo le vesti e le stuole,
ci scalda la luce del sole,

ci accoglie il covile fidato,
nessuno da un altro è scacciato;

ci è ospite e lieto ricetto
la selva, né danno e sospetto

vi è con la sua fera genía:
si sta in mutua pace e armonia.

In queste contrade aspre e sole
ci nasce e alleviamo la prole,

viviamo fraterni e sodali,
alieni da liti, né mali

arreca uno agli altri, perché
fa ciò che vorrebbe per sé.

Non cercasi il futile, il vano,
ma quello che nel quotidiano
ci serve, in esatta misura.
Sia lode al Signore, che ha cura

di tutto il creato! Se cede
al male o alla morte, si ha fede

che Dio per il Bene dispone.
Con semplice e pia devozione,

restiamo in attesa, fidenti,
finché il moto dei mutamenti

trascini dei tempi la sfera
e il mondo ritorni com’era,

sia luogo alla semplicità,
ritorni virtú ed onestà.

Le selve lasciando, quel giorno,
nel mondo faremo ritorno:

da anni osserviamo, e di cuore
ci augura accada, il cantore


Hans Sachs.

Hans Sachs (1494–1576) è noto nel
mondo quale protagonista dei Maestri Cantori di Norimberga di Richard Wagner: figura romantica di ciabattino poeta, simbolo dello spirito popolare tedesco.
Delle sue opere —non molte giunte a noi dalla sua vastissima produzione— poche sono
state tradotte in italiano. Vi è tra le composizioni di Sachs una sorprendente poesia datata
1530, riguardo alla quale, se non si può parlare
di testo sconosciuto dovremmo almeno dire
dimenticato: basta pensare che del Lamento di

Sachs esiste solo una spiccia e inadeguata traduzione in inglese, e nessuna versione o parafrasi in tedesco corrente.




Il Covile N° 906. 1530–2016 L'INNO DEL COVILE


Spangenberg. Hans Sachs legge una sua poesia. Ca. 1800, Nationalgalerie, Berlino.

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