martedì 30 aprile 2019

Per Padre Daniele-Prolegomena/Praenotanda et absit inuria verbis





Caro Padre Daniele e carissimo in Cristo
Cristo è Risorto!!!

Ho scaricato dal web l’ultimo numero della rivista della parrocchia in cui vivi il tuo ministero presbiterale per una nobile giurisdizione cristiano-ortodossa con la quale (purtroppo) non si è in comunione

Ho letto con serietà ed attenzione ogni articolo ed ogni citazione patristica  presentata e poi la tua riflessione su “eretici ed eterodossi” a pagina 7 e pagina 8 della rivista parrocchiale indicata

Non entro in questa fase di confronto sui contenuti e sull’impianto metodologico dell’articolo ma ti voglio narrare una storia, una storia di schizofrenia (ed andrebbe bene) oppure (e sarebbe tristemente antievangelico) storia di identitarismo secolarizzato e strumentale

Primo tomo della storia- La blasfemia

Un prete sciancato in emeritazione come parroco ma anche in quiescenza ormai da quasi un anno come funzionario statale ministero pubblica istruzione  trascorre una buona parte della giornata a navigare su internet per cogliere elementi di riflessione ed anche opinioni di e in casa nostra (da tempo ormai per me il nostro non essere in comunione non nega il nostro stare comunque nella stess casa..magari in un grande condomino in sezioni diverse)

Lungo questo vagare mi imbatto  nella notizia di  nuova pubblicazione di un antico testo 
italo greco con il seguente commento di presentazione alla notizia medesima “Nettario, 
abate greco-ortodosso di San Nicola di Casole presso Otranto (Lecce) nella sua opera 
“Contro i Latini” (1219-1235) scrive che i Latini con l’innovazione del Filioque sono 
divenuti blasfemi poiché quest’errore stravolge il dogma trinitario e ribalta il fondamento 
della Ortodossia.”

Non concordo subito con l’utilizzo (a mio avviso ideologico e fuori contesto,anzi 
volutamente fuori contesto e fuori dimensione storica) della notizia e dell’espressione 
“blasfemi”  ed ovviamente lo evidenzio  in forma pubblica “i dati dell'opera del Nostro 
Padre tra i Santi Nicola di Casole (dati e contenuti legittimi ed ecclesialmente fondati) 
nel linguaggio e nel metodo fanno riferimento ad un preciso(e ormai lontano periodo 
storico..la storia è fatta di foglie che per il loro tempo sono verdeggianti e poi però 
cadono..Non si può ipostatizzare mai il linguaggio teologico di un periodo come dato 
definitivo ed assoluto. pur lasciando integra la diversità profonda delle due confessioni di 
fede) Se non i latini ma direi più correttamente i cristiani nella e della tradizione 
cattolica erano blasfemi per San Nicola di Casole (e per quel tempo ci sta..) chiedo ai 
fratelli e sorelle ortodosse che hanno postato e commentato  se ,a loro parere, lo sono e 
siano ancora per almeno potere io sapere e conoscere quale clima teologico ed ecclesiale 
oggi veleggi a casa mia..Mi sarò perso qualche passaggio sicuramente”

E mi si risponde  a più voci ma sempre con carità fraterna ma con legittimo e chiaro 
dissenso  “L’autore li ritiene “blasfemi” in quanto cambiando le stesse parole di nostro 
Signore che disse “vi manderò lo Spirito Santo che dal Padre procede” essi ricadono nelle 
parole di Gesù che disse “l’unico peccato non perdonabile è le bestemmia (blasfemia in 
greco contro lo Spirito Santo). Vale a dire l’indurimento nel proprio errore rifiutando 
l’invito alla correzione

A mio parere, questo sicuramente vale per i Latini di quell’epoca che sapevano cosa 
stessero facendo cambiando il Credo e per quelli di oggi (teologi e gerarchie) che ben 
sanno che il Filioque è un errore ma rimangono in esso. Per un semplice fedele latino 
come una nonnina o tante semplici persone non penso possa valere.”

Eccoci allora,caro Padre, ad una terza ipotesi ..anzi ad una terza certezza rispetto alla 
tua riflessione. Non solo eretici e non solo eterodossi ma perfino blasfemi/bestemmiatori 
latini tutti e tutti quanti  con la semplice indicazione che da un certo tempo(ma occorre 
fare una datazione) bestemmiatori restano soltanto papi,vescovi,teologi e 
preti,diaconi,monache e monaci e penso laici impegnati.. Quindi per essere chiari 
..anche Benedetto XVI va inserito in tale nuova categoria di lettura italo greca del 
cristianesimo occidentale . La mia amata Nonna Ciccina chiederebbe a  gran voce di 
essere ivi inserita proprio per quel suo incredibile principio “Il papa sbaglia ? ed io sbaglio 
con il papa..” (ed evitiamo di evidenziare quanto di aristocratica e feudale compassione  
ci sia nell’espressione “nonnine” ed anime semplici “)


Secondo Tomo:l’evento et contra factum non valet argumentum

Lo Sri Lanka e il massacro di Pasqua

Davanti al quel massacro tutti noi in ogni ambito della nostra esistenza cristiana ne 
abbiamo fatto memoria  come martirio di fratelli e sorelle e nell’immediato così a cuore 
aperto .  E alcuni di questi nostri fratelli e di queste nostre sorelle  che aggiungono al 
tradizionale binomio eretici/eterodossi anche la sentenza definitiva di 
blasfemi/bestemmiatori  ne han fatto memoria essi stessi apertamente


Terzo Tomo: schizofrenia o doppiezza togliattiana in chiave identitaria e politica in 
difesa  della presunta esistenza forte di una presunta cristianità 
in rebus temporalibus?

Allora mi sono chiesto Ma come ? se sono blasfemi/ bestemmiatori perché farne memoria 
in tema di martirio ?  Ho privatamente chiesto lumi ad una persona a conoscenza dei 
fatti,una persona ortodossa nata a Johannesburg e quindi di etnia boera e di lignaggio 
WASP  ma che impiega solennemente il suo tempo in ricerche archeologiche per 
dimostrare che i boeri sono greci ed ortodossi .A questa persona ho chiesto il parere sul 
senso della memoria come martiri di persone ritenute blasfeme. Mi ha tematizzato del 
valore del battesimo di sangue.. Non ho per nulla replicato. La risposta è gemella a 
quanto mi scrisse un cristiano ortodosso definendo Notre Dame non un luogo di culto 
cristiano ma un monumento francese in stile gotico

Ecco caro Padre ti ho narrato questa storia come una sorta di prolegomena/praenotanda 
ad una eventuale successiva riflessione sui temi che con carità e chiarezza tu hai 
pubblicato nella rivista parrocchiale


Ovviamente  questi prolegomena/praenotanda non mi piacciono ma delle due l’una o 
sono l’esito finale congruo e coerente alla definizione di eresia ed eterodossia oppure 
sono segno di ben altro e di un  ben altro che non mi è gradito ma che,purtroppo, alligna 
a casa nostra

Cristo è Risorto
Padre Giovanni Festa



















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