giovedì 18 aprile 2019

Ascoltare l'urlo di Dio:davanti ad ogni nostra morte Dio urla...Contro se stesso e cosi Egli fonda(forse) l'etica cristiana

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La morte resta sempre per la nostra  razionalità della 
mente e del cuore uno scandalo,uno scandalo 
imbarazzante di fronte al quale non c'è discorso che possa tenere e 
che possa resistere .La stessa cristianità –in ogni sua articolazione 
e tradizione -alla fine (davanti a questo scandalo) sceglie e ha 
scelto la via nobile di una nobile lettura cristiana,in Cristo Signore 
il Risorto dai morti  .Ed è sicuramente una lettura spirituale e  
teologica legittima  Cristo ha vinto la morte,Cristo ha depredato la 
morte Egli è il primogenito di coloro che risusciteranno e la sua 
resurrezione è caparra ed anticipazione della nostra ,di noi che 
tuttavia si continua a morire e spesso a morire male,nella cattiveria 
malvagia della malattie e dei dolori inenarrabili e di noi che si 
continua a morire aggiungendo scandalo allo scandalo stesso....la morte 
per violenza,la morte per tragedie improvvise fuori dalla nostra 
responsabilità e dal nostro controllo
Quindi la stessa lettura dei cristiani – Cristo ha vinto 
la  morte,la quale morte è il salario del peccato ed è entrata nella 
storia a causa del peccato stesso- potrebbe  correre il 
rischio –nel comunicarsi e nel divulgarsi- di diventare accettazione 
subita,giustificazione e sopportazione della scandalo che-invece -
proprio e perché cristiani siamo chiamati a combattere e a 
sconfiggere 

La morte per i cristiani è-Dio sia benedetto- 
un'intrusa.La morte per i cristiani non è la normalità .Essa è 
normale ma non per la fede cristiana. Resta il mistero biblico e 
paolinico della morte come ultimo nemico che Cristo proprio per ultimo 
sconfiggerà e allora-e solo allora-rimetterà nello Spirito santo ogni 
cosa nelle mani del Padre e sarà il Cristo tutto in tutti .Così 
avverrà.Ma ora e qui,proprio perché cristiano e presbitero 
intendo proprio sulla morte,sul dolore,sulla sofferenza,la sofferenza del 
corpo e del cuore,il dolore del corpo e del cuore-protestare e 
protestare davanti a Dio .La teologia sarà sempre pronta e brava(lo è 
stata e lo sarà con precisione,con sapienza,con legittimità)a fornire 
a noi tutti gli strumenti per il discorso cristiano sulla morte,sul 
dolore e sulla sofferenza Ma la mia protesta è sempre lì - e l'urlo di 
un cristiano davanti al fallimento e alla debolezza del suo Signore 
che solo in ultimo(ma poi perché proprio in ultimo?)
vincerà il nemico della morte -e questo tempo ultimo però 
è iscritto nel futuro più futuro a noi ignoto- da qui il grido 
incredibile del Salmo 69 "Signore non tardare" ed intanto- nell'ordine e nel 
tempo della nostra concretezza la morte,il dolore,la sofferenza la 
fanno incredibilmente da padroni e il Signore si prende le sue brave 
sconfitte,i suoi fallimenti,la sua debolezza e noi i nostri 
fallimenti,le nostre sconfitte e nel nostro ordine,nel nostro 
tempo,questo nostro tempo di sempre e da sempre assistiamo-
impotenti,falliti,rassegnati,impietriti- ai trionfi di questi 
nemici ,alla loro falce che miete e miete vittime 
su vittime,dolori su dolori e angoscia su angoscia

Viviamo nel circuito della violenza:  La violenza (anche quella della 
cosiddetta morte naturale per vecchiaia)è il nostro brodo .Tutto è 
violenza Come se ci fosse uno scontro totale,enorme tra due cominciamenti 
1. Noi crediamo per fede che in principio era il Logos
2. noi constatiamo per diretta osservazione che in principio è la 
violenza 
Crediamo nel primo inizio come certezza di fede e come 
incrollabile speranza,ma non possiamo nascondere a noi stessi e agli 
altri  la realtà dell'altro inizio dove il Dio dei cristiani ,il dio della tenerezza,
della misericordia e della compassione sembra restare ogni istante sul 
campo della battaglia egli come primo dei cadaveri che si prendono le 
sconfitte 
L'anafora della liturgia di San Basilio recita ad un certo 
punto che Dio è il Dio dei guerreggiati,dei tempestati,dei 
pericolanti –Forse proprio perché lui stesso è così e questa tragica 
scenografia esistenziale è la comunione dei cristiani con il loro 
Signore ,la loro reciproca solidarietà E non voglio qui ricordare 
facilisticamente l'intera esperienza della passione del Signore 
dall'arresto alla morte.Credo che sia stato molto  più violento per 
Gesù Cristo l'attendere dentro il Getsemani come prima erano stati 
di una violenza inaudita i 40 giorni di digiuno e di tentazioni nel 
deserto 
La tragedia della nostra esistenza è proprio tutta qui Non già 
il Signore è assente dalla nostra sofferenza,ma al contrario è sempre 
accanto a noi,ma assolutamente egli stesso guerreggiato e 
tempestato .
Mi rende sempre più conto che la fede cristiana non è 
latte e miele,non è melassa ,non è armonia a buon mercato e ove 
fosse pane –e lo è-questo pane non calma la fame e meno male che non 
la calma perché è pane di fuoco,che brucia tutto,che inquieta ,che 
pone a Dio stesso quesiti e problemi.
La mia protesta non viene per nulla risolta ad 
esempio dal sapere teologicamente che la morte è entrata nella storia 
degli uomini a causa del peccato.Discorso perfetto,giusto e allora 
cosa esistenzialmente cambia?Non intendo più sistemare ragionevolmente 
le questioni e gli scandali 
Noi cristiani  siamo il popolo della resurrezione e della parusia. Siamo il popolo della gioia per la 
resurrezione e per la speranza del secondo ritorno,noi diciamo che 
Cristo è risorto,è veramente risorto e che ritornerà .Ebbene il 
Signore stesso con una specie di solenne ceffone  di cupa tristezza e di 
incredibile suo dolore (per il quale non c'è risposta)
ad un certo punto esclama sconfortato Ma il figlio dell'uomo quando 
tornerà troverà la fede? 

Ed è tutta qui la questione,una questione estrema.  Il Figlio 
dell'uomo dubita di trovare la fede al suo ritorno perché teme che 
nessuno di noi sposterà le montagne,teme che nessuno di noi 
rischierà di annunciare la liberazione proprio perché deboli di fede 
e nella fede, paurosi e dubbiosi e forse non completamente fiduciosi 
nelle promesse stesse del Signore
Il Signore teme che nel periodo che è l'attesa del suo ritorno 
noi  cristiani ci arrenderemo al dolore del mondo(qualcuno tra noi 
cristiani ha pure purtroppo  scritto che il dolore e la sofferenza 
redimono ,si ho detto purtroppo ) ci arrenderemo all'inevitabilità 
naturale della violenza come comnciamento come cammino intermedio e 
come fine e avremmo risolto il grande enigma accettandolo Di  questo  
il Signore ha paura  Ed allora perché in noi tante paure e tante viltà in ordine alla 
nostra battaglia quotidiana contro le morti e contro i dolori.Questa 
è la comune chiamata a diventare santi. E questo estremo alto è il 
cristianesimo .Il cristianesimo non è l'etica del buon 
comportamento,dell'essere buon padre di famiglia,dell'essere buona 
madre di famiglia,dell'essere buon prete Il cristianesimo è l'etica 
totale della santità.
Non c'è altro  

Ci si dimentica sempre che nella sua realtà più 
profonda Gesù Cristo è stato risuscitato A lui stesso il Padre nello 
Spirito urlò alzati e cammina 
Questo urlo allora promana da Dio . E' il suo carattere identificativo.
Dio è questo urlo.Dio è il nostro urlo.Dio urla davanti ad ogni nostra 
morte contro se stesso 

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