La risposta al dominio della politica è ancora politica e si accredita come rottura del vincolo del dominio, magari anche attraverso la risorsa dell’ironia (David Bidussa)
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«Decenni di fede nella scolarizzazione hanno tramutato il sapere in una merce, un prodotto commerciabile di tipo speciale. Oggi lo si considera un bene di prima necessità e, contemporaneamente, la moneta più preziosa di una società. (La trasformazione del sapere in merce si rispecchia in una parallela trasformazione del linguaggio. Parole che un tempo avevano funzione di verbi stanno diventando sostantivi che indicano possesso. Sino a non molto tempo fa “abitare”, “imparare”, “guarire” designavano delle attività: oggi si riferiscono di solito a delle merci o a dei servizi da fornire...)»
Ivan Illich, Descolarizzare la società, 1972
https://www.facebook.com/scuola.libertaria/posts/pfbid02Lhw9wAy5gY2AsNWaYagZpt1tNojVmfWuVD5t3N78zv2RgwRT9Dm2iyUj1x4ofKp8l
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Accade a Brescia.
Un insegnante, 36 anni, professore all’Istituto Antonietti di Iseo, aveva appena trascorso una serata con un amico quando è stato accerchiato da un gruppo di ventenni fascisti, tra cui anche un ex alunno. Gli hanno chiesto cosa ne pensasse del fascismo e di Mussolini, facendo ben intendere le loro simpatie.
Il professore, però, non si è fatto irretire. Ha controbattuto e risposto nel merito a quelle deliranti teorie, e i ragazzi, di tutta risposta, lo hanno prima insultato e poi preso a pugni in faccia, solo per aver espresso il proprio pensiero. Un pensiero antifascista.
Il professore è finito in ospedale con dieci giorni di prognosi, riuscendo però a filmare la scena e a denunciare gli aggressori.
Solidarietà e vicinanza a questo professore con la schiena dritta e dal grande coraggio.
Ma il pensiero è al vuoto spaventoso che ci può essere nella mente di ragazzi di 20 anni che non sanno nulla degli orrori indicibili del fascismo, che diventano squadristi per emulazione, perché lo ascoltano in casa, in televisione, persino in Parlamento, protetti da un clima di nostalgia e impunità da brividi.
Diciamolo chiaramente e con forza.
Chi tace di fronte a questo abominio e non è in grado di definirsi nel 2024 antifascista è complice. Complice.
Lorenzo Tosa
https://www.facebook.com/lorenzotosa.antigone/posts/pfbid02hXUFc558fdJADipno7gL3sMTiUMdGgYb4CLH2rCYAPSvGEixVsYXv75WwWd8sXZol
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Non fa più notizia. Per i media occidentali semplicemente non esiste. Intanto il genocidio contro il popolo palestinese prosegue. Ogni giorno.
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"Superstizioni, bigotterie, bacchettonismi e pregiudizi, sebbene siano larve, s’attaccano alla vita e hanno denti ed unghie uscenti dal loro fumo; bisogna incalzarli e far loro guerra, senza tregua; poiché è una fatalità dell’uomo essere condannato all’eterna battaglia dei fantasmi."
Victor Hugo, I Miserabili // Jean Valjean et Cosette - Jean Geoffroy
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Il Professore e avvocato Giovanni Caruso, difensore di Filippo Turetta, all’indomani della condanna all’ergastolo del suo assistito ha ricevuto presso il proprio studio legale una busta con tre proiettili. Il messaggio è chiaro, e con altrettanta chiarezza va respinta ogni forma d’intimidazione che prenda di mira l’esercizio di un diritto costituzionale come quello di difesa e chi, svolgendo il ruolo di difensore, lo incarna quotidianamente nelle aule di giustizia.
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"Abbiamo tutti in mente l’immagine un po’ caricaturale di uno stato autocratico. C’è un cattivo al vertice, che controlla l’esercito e la polizia. L’esercito e la polizia minacciano il popolo con la violenza. Ci sono collaboratori malvagi, e magari qualche coraggioso dissidente.
Tuttavia, nel XXI secolo una simile rappresentazione ha scarsa attinenza con la realtà. Al giorno d’oggi, le autocrazie non sono governate da un solo cattivo, ma da raffinate reti che poggiano su strutture finanziarie cleptocratiche, su un complesso di servizi di sicurezza – militari, paramilitari e polizia – e su esperti di tecnologia che forniscono sorveglianza, propaganda e disinformazione. I membri di queste reti sono connessi non soltanto tra loro in una data autocrazia, ma anche a network presenti in altri paesi autocratici, e a volte nelle stesse democrazie. Aziende corrotte e controllate dallo stato in una dittatura fanno affari con aziende corrotte e controllate dallo stato in un’altra. La polizia di un paese può armare, equipaggiare e addestrare la polizia di molti altri. I propagandisti condividono risorse – fabbriche di troll e reti mediatiche che promuovono la propaganda di un dittatore possono essere usate anche per promuovere quella di un altro."
Anne Applebaum, Autocrazie, 2024