..."virtù dell'aidòs(pudore e timidezza) verso ogni presunzione di giungere ad una conclusione certa, che subito erge barriere dogmatiche o erge aspettative che ci pongano fuori dal mondo [...]Soltanto il vigile, problematizzante esercizio dell'io cosciente di sè e del mondo è in grado di raggiungere-nella solitudine-i piani più elevati di un'ascesi meditativa che si costruisca al di là di ogni metodica dottrinari. Perchè asseconda gli imprevedibili eventi dell'esistenza: ricomincia, procede per intuizioni improvvise,costruisce il suo cammino strada facendo: nell'isolamento cercato, si , ma mai nella ripulsa verso la gente comune.[...[non ambisce a ritirarsi in una sfera privata,individualistica, nell'autocompiaciuta ed estenuante ricerca di se stessi[...] E' questa infatti un'ascetica dell'indifferenza alle sorti del mondo; è una fuga dinanzi al male comune, un rifugio e una tana protettiva contro le minacce e le contaminazioni delle vita: un modo di selezionare artificialmente, a priori, quanto nell'esistenza possa nuocere alla propria beatitudine ed imperturbabilità.(Duccio Demetrio Ascetismo Metropolitano -L'inquieta religiosità dei non credenti-Edizioni Ponte Alle Grazie anno 2009- Introduzione pagina 16-pagina 18)
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