domenica 12 marzo 2023

Coltivare l'ironia per buone pratiche di resistenza-.Hegel, "La fenomenologia dello spritz", a cura di Alberto Bevilacqua, Inaudi 2011






 Opera giovanile risalente al periodo di Tubinga. Alcuni studiosi ipotizzano una stesura a sei mani insieme a Schelling e Hölderlin, ma la verità è che nessuno aveva un chiaro ricordo di come fossero andate le cose: avevano iniziato la serata al baretto discutendo di idealismo, e quando avevano ripreso conoscenza tre giorni dopo, in un bordello di Stoccarda, il manoscritto era lì. Tema del saggio è il cammino del soggetto dalla lucidità mentale alla perdita di coscienza, mediante l'uso sistematico di alcolici: si comincia con qualche spritz, fino al venir meno della certezza sensibile e allo sdoppiamento della percezione tra l'in-sé e il per-sé (la cui opposizione è illusoria, ma per capirlo bisogna fare un altro giro). In un primo momento il filosofo crede di poter mantenere un perfetto autocontrollo (stoicismo), ma prima o poi smette di prendere sul serio il mondo e cade in preda a un riso incontrollato (scetticismo), che prelude alla sbornia triste (la famosa coscienza infelice). Dopo aver analizzato la perdita della ragione e le allucinazioni mistiche, nell'ultima sezione Hegel propone una ricetta miracolosa a base di zenzero, uova, miele e sottaceti, che permetterebbe di volgere il negativo nell'essere e andare a lezione di metafisica come niente fosse. 


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