..."virtù dell'aidòs(pudore e timidezza) verso ogni presunzione di giungere ad una conclusione certa, che subito erge barriere dogmatiche o erge aspettative che ci pongano fuori dal mondo [...]Soltanto il vigile, problematizzante esercizio dell'io cosciente di sè e del mondo è in grado di raggiungere-nella solitudine-i piani più elevati di un'ascesi meditativa che si costruisca al di là di ogni metodica dottrinari. Perchè asseconda gli imprevedibili eventi dell'esistenza: ricomincia, procede per intuizioni improvvise,costruisce il suo cammino strada facendo: nell'isolamento cercato, si , ma mai nella ripulsa verso la gente comune.[...[non ambisce a ritirarsi in una sfera privata,individualistica, nell'autocompiaciuta ed estenuante ricerca di se stessi[...] E' questa infatti un'ascetica dell'indifferenza alle sorti del mondo; è una fuga dinanzi al male comune, un rifugio e una tana protettiva contro le minacce e le contaminazioni delle vita: un modo di selezionare artificialmente, a priori, quanto nell'esistenza possa nuocere alla propria beatitudine ed imperturbabilità.(Duccio Demetrio Ascetismo Metropolitano -L'inquieta religiosità dei non credenti-Edizioni Ponte Alle Grazie anno 2009- Introduzione pagina 16-pagina 18)
venerdì 31 marzo 2023
sabato 18 marzo 2023
Coltivare l'ironia per buone pratiche di resistenza-- Giuliana Zimucci.:Dante e la catena di abbigliamenti ZARA
Dante's Inferno Plate IX: Canto III: Arrival of Charon, 1857 (Photo by VCG Wilson/Corbis via Getty Images)
"Credo che il reparto femminile di Zara il sabato pomeriggio sia ciò che più si avvicina a un girone delle bolge infernali. La fila di ragazze ai camerini prova sembra quella delle anime dannate che attendono di imbarcarsi sulle rive dello Stige.
Dante aveva ragione. Svenire è sempre una buona idea." (Giuliana Zimucci. via web)
e nei commenti Massimo Scaglione ci ricorda dal canto terzo dell'inferno
"La terra lagrimosa diede vento,
che balenò una luce vermiglia
la qual mi vinse ciascun sentimento;
e caddi come l’uom cui sonno piglia.
***
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domenica 12 marzo 2023
Coltivare l'ironia per buone pratiche di resistenza-.Hegel, "La fenomenologia dello spritz", a cura di Alberto Bevilacqua, Inaudi 2011
Opera giovanile risalente al periodo di Tubinga. Alcuni studiosi ipotizzano una stesura a sei mani insieme a Schelling e Hölderlin, ma la verità è che nessuno aveva un chiaro ricordo di come fossero andate le cose: avevano iniziato la serata al baretto discutendo di idealismo, e quando avevano ripreso conoscenza tre giorni dopo, in un bordello di Stoccarda, il manoscritto era lì. Tema del saggio è il cammino del soggetto dalla lucidità mentale alla perdita di coscienza, mediante l'uso sistematico di alcolici: si comincia con qualche spritz, fino al venir meno della certezza sensibile e allo sdoppiamento della percezione tra l'in-sé e il per-sé (la cui opposizione è illusoria, ma per capirlo bisogna fare un altro giro). In un primo momento il filosofo crede di poter mantenere un perfetto autocontrollo (stoicismo), ma prima o poi smette di prendere sul serio il mondo e cade in preda a un riso incontrollato (scetticismo), che prelude alla sbornia triste (la famosa coscienza infelice). Dopo aver analizzato la perdita della ragione e le allucinazioni mistiche, nell'ultima sezione Hegel propone una ricetta miracolosa a base di zenzero, uova, miele e sottaceti, che permetterebbe di volgere il negativo nell'essere e andare a lezione di metafisica come niente fosse.
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