venerdì 17 luglio 2020

per un'ecclesiologia ''apolide''


Hermann Hesse



Un viandante non è un viaggiatore. Non si limita a superare occasionalmente delle distanze, ma percorre degli itinerari, connota degli spazi. E dal momento che nemmeno è un pendolare, questi spazi, questi itinerari sono sempre diversi. Il viaggio è la sua vita, lo spostamento è la sua meta. Questo lo differenzia dal viaggiatore. Il viaggiatore parte, arriva, vede. Il viandante non parte, perché non ha luoghi o affetti da cui staccarsi, e non arriva, perché non ci sono affetti e luoghi a cui legarsi: e soprattutto non vede, ma conosce, non subisce l’alterità, ma è riconosciuto. Non avendo dimora, non è mai uno straniero. E di ogni contrada, naturale o ideale, può fare la sua patria, senza rinnegare la sua vocazione di apolide

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