giovedì 1 ottobre 2020

Federico Nostro Padre nella fede e nella follia sana santa libera e liberata e danzante

http://www.filosofico.net/nietzsche.htm?fbclid=IwAR16GCt4uiGMC_YaDVzYuA3mEDmYE3ftJRLmQZ1uoOkEn6o0FidImltqNko


FRIEDRICH NIETZSCHE, Umano, troppo umano II, 1879/80.

https://www.libriantichionline.com/bibliofilia/friedrich_nietzsche_buon_libro_tempo

Ogni buon libro sa di acerbo quando appare : ha il difetto della novità. Inoltre gli nuoce il suo autore vivo, se è noto e si divulgano molte cose su di lui: giacché tutti sogliano scambiare l'autore con la sua opera. Ciò che in questa v'è di spirito, dolcezza e dorato splendore, può svilupparsi solo con gli anni, con la cura di una venerazione, che cresce, invecchia e da ultimo viene tramandata. Molte ore devono passarci sopra, molti ragni devono tesserei sopra la loro rete. I buoni lettori fanno un libro sempre migliore e i buoni avversari lo chiariscono.

Ogni buon libro è scritto per un determinato lettore e la sua specie, e viene appunto perciò considerato con sfavore da tutti gli altri lettori, la gran maggioranza : per cui la sua fama riposa su base angusta e può essere edificata solo lentamente. Il libro mediocre e cattivo è tale proprio per il fatto che cerca di piacere, e anche piace, a molti.



In verità, anche io ho imparato a fondo l’arte di attendere - ma soltanto di attendere me stesso.

Nietzsche,Così parlò Zarathustra


Ora si apre a noi per così dire la montagna incantata dell'Olimpo e ci mostra le sue radici.

Il greco conobbe e senti' i terrori e le atrocità dell'esistenza: per poter cumunque vivere, egli dove' porre davanti a tutto ciò la splendida nascita sognata degli Dei olimpici. L'enorme diffidenza verso le forze titaniche della natura, la Moira spietatamente troneggiante su tutte le conoscenze, l'avvoltoio del grande amico degli uomini Prometeo, il Destino orrendo del saggio

Edipo, la maledizione della stirpe degli Atridi, che costringe Oreste al matricidio, insomma tutta la filosofia del dio silvestre con i suoi esempi mitici, per la quale perirono i melanconici Etruschi - fu dai Greci ogni volta superata, o comunque nascosta e sottratta alla vista, mediante quel mondo artistico intermedio degli Dei olimpici. Fu per poter vivere che i Greci dovettero, per profondissima necessità, creare questi Dei. [...] Nel mondo olimpico, la "volontà" ellenica si pose di fronte a uno specchio trasfiguratore. Così gli Dei giustificano la vita umana vivendola essi stessi - la sola teodicea soddisfacente.

(F. Nietzsche) La nascita della tragedia



Nella lotta contro la stupidità, gli uomini più giusti e miti finiscono col diventare brutali. In tal modo essi sono forse sulla giusta via di difesa, perché alla fronte ottusa s’addice di diritto, come argomento, il pugno serrato. Ma poiché, come s’è detto, il loro carattere è mite e giusto, per questi mezzi di legittima difesa, essi soffrono più di quanto non facciano soffrire. (Friedrich Nietzsche, Umano, troppo umano)


E che? L'uomo è soltanto un errore di Dio? Oppure Dio è un errore dell'uomo? ( Crepuscolo degli idoli - detti e frecce, n.7)


L'uomo che non vuole appartenere alla massa non deve far altro che cessare di essere accomodante verso se stesso; segua la sua coscienza che gli grida: "Sii te stesso!". Non c’è nessuna creatura più triste, più infelice in natura che l’uomo che ha eluso il suo genio e strizza gli occhi ora a destra, ora a sinistra, ora dietro di sé, e in qualsiasi direzione. 

Friedrich Nietzsche, Considerazioni inattuali


Tutti gli uomini, di tutte le epoche, e ancora oggi, si dividono in schiavi e liberi; perché chi non dispone di due terzi della sua giornata è uno schiavo, qualunque cosa sia per il resto: uomo di stato, commerciante, impiegato statale, studioso.

"Ci vuole più coraggio e forza di carattere per fermarsi o addirittura per volgersi indietro che per andare avanti.”

FRIEDRICH WILHELM NIETZSCHE

(Volontà di potenza)

|Io amo colui che si vergogna quando il dado cade in suo favore, e chiede: ho forse barato?|
Friedrich Nietzsche

 "Attenzione, quando combatti i mostri, a non diventare tu stesso un mostro... perché quando guardi a lungo nell'abisso, anche l'abisso guarda in te

Federico Nietzsche, "Al di là del bene e del male"


Giunto nella città vicina, sita presso le foreste, Zarathustra vi trovò radunata sul mercato una gran massa di popolo: era stata promessa infatti l'esibizione di un funambolo. E Zarathustra parlò così alla folla:Io vi insegno il superuomo. L'uomo è qualcosa che deve essere superato. Che avete fatto per superarlo? Tutti gli esseri hanno creato qualcosa al di sopra di sé: e voi volete essere il riflusso in questa grande marea e retrocedere alla bestia piuttosto che superare l'uomo? Che cos'è per l'uomo la scimmia? Un ghigno o una vergogna dolorosa. E questo appunto ha da essere l'uomo per il superuomo: un ghigno o una dolorosa vergogna. Avete percorso il cammino dal verme all'uomo, e molto in voi ha ancora del verme. In passato foste scimmie, e ancor oggi l'uomo è più scimmia di qualsiasi scimmia. E il più saggio tra voi non è altro che un'ibrida disarmonia di pianta e spettro. Voglio forse che diventiate uno spettro o una pianta? Ecco, io vi insegno il superuomo! Il superuomo è il senso della terra. Dica la vostra volontà: sia il superuomo il senso della terra! Vi scongiuro, fratelli rimanete fedeli alla terra e non credete a quelli che vi parlano di sovraterrene speranze! Lo sappiano o no: costoro esercitano il veneficio. Dispregiatori della vita essi sono, moribondi e avvelenati essi stessi, hanno stancato la terra: possano scomparire! Un tempo il sacrilegio contro Dio era il massimo sacrilegio, ma Dio è morto, e così sono morti anche tutti questi sacrileghi. Commettere il sacrilegio contro la terra, questa è oggi la cosa più orribile, e apprezzare le viscere dell'imperscrutabile più del senso della terra! In passato l'anima guardava al corpo con disprezzo: e questo disprezzo era allora la cosa più alta: essa voleva il corpo macilento, orrido, affamato. Pensava in tal modo, di poter sfuggire al corpo e alla terra. Ma questa anima era anch'essa macilenta, orrida e affamata: e crudeltà era la voluttà di questa anima! Ma anche voi, fratelli, ditemi: che cosa manifesta il vostro corpo dell'anima vostra? Non è forse la vostra anima indigenza e feccia e miserabile benessere? Davvero, un fiume immondo è l'uomo. Bisogna essere un mare per accogliere un fiume immondo, senza diventare impuri. Ecco, io vi insegno il superuomo: egli è il mare, nel quale si può inabissare il vostro grande disprezzo. Qual è la massima esperienza che possiate vivere? L'ora del grande disprezzo. L' ora in cui vi prenda lo schifo per la vostra felicità e così pure per la vostra ragione e la vostra virtù . L' ora in cui diciate : " Che importa la mia felicità ? Essa é indigenza e feccia e un miserabile benessere . Ma la mia felicità dovrebbe giustificare persino l' esistenza ! " L' ora in cui diciate : " Che importa la mia ragione ! Forse che essa anela al sapere come il leone al suo cibo ? Essa é indigenza e feccia e un miserabile benessere " . L' ora in cui diciate : " Che importa la mia virtù ! Finora non mi ha mai reso furioso . Come sono stanco del mio bene e del mio male ! Tutto ciò é indigenza e feccia e benessere miserabile ! " . L' ora in cui diciate : " Che importa la mia giustizia ! Non mi vedo trasformato in brace ardente Ma il giusto é brace ardente ! " . L' ora in cui diciate : " Che importa la mia compassione ! Non é forse la compassione la croce cui viene inchiodato chi ama gli uomini ? Ma la mia compassione non é crocefissione " . Avete già parlato così ? Avete mai gridato così ? Ah , vi avessi già udito gridare così ! Non il vostro peccato - la vostra accontentabilità grida al cielo, la vostra parsimonia nel vostro peccato grida al cielo! Ma dov'è il fulmine che vi lambisca con la sua lingua! Dov'è la demenza che dovrebbe esservi inoculata? Ecco, io vi insegno il superuomo: egli è quel fulmine e quella demenza! - Zarathustra aveva detto queste parole, quando uno della folla gridò: "Abbiamo sentito parlare anche troppo di questo funambolo; è ora che ce lo facciate vedere!". E la folla rise di Zarathustra. Ma il funambolo, credendo che ciò fosse detto per lui, si mise all'opera. Zarathustra invece guardò meravigliato la folla. Poi parlò così: L'uomo è un cavo teso tra la bestia e il superuomo, - un cavo al di sopra di un abisso. Un passaggio periglioso, un periglioso essere in cammino, un periglioso guardarsi indietro e un periglioso rabbrividire e fermarsi. La grandezza dell'uomo è di essere un ponte e non uno scopo: nell'uomo si può amare che egli sia una transizione e un tramonto. Io amo coloro che non sanno vivere se non tramontando, poiché essi sono una transizione. Io amo gli uomini del grande disprezzo, perché essi sono anche gli uomini della grande venerazione e frecce che anelano all'altra riva. Io amo coloro che non aspettano di trovare una ragione dietro le stelle per tramontare e offrirsi in sacrificio: bensì si sacrificano alla terra, perché un giorno la terra sia del superuomo.Io amo colui che vive per la conoscenza e vuole conoscere, affinché un giorno viva il superuomo. E così egli vuole il proprio tramonto. Io amo colui che lavora e inventa, per costruire la casa al superuomo, e gli prepara la terra, l'animale e la pianta: giacché così egli vuole il proprio tramonto. Io amo colui che ama la sua virtù: giacché virtù è volontà di tramontare e una freccia anelante. Io amo colui che non serba per sè una goccia di spirito , bensì vuol essere in tutto e per tutto lo spirito della sua virtù : in questo modo egli passa , come spirito , al di là del ponte . Io amo colui che della sua virtù fa un' inclinazione e un destino funesto : così egli vuole vivere , e insieme non più vivere , per amore della sua virtù . Io amo colui che non vuole avere troppe virtù . Una virtù é più virtù di due , perchè essa é ancor più il cappio cui si annoda un destino funesto . Io amo colui l' anima del quale si dissipa e non vuol essere ringraziato , nè dà qualcosa in cambio : giacchè egli dona sempre e non vuol conservare se stesso . Io amo colui che si vergogna quando il lancio dei dadi riesce in suo favore e si domanda : son forse un baro ? egli infatti vuole perire . Io amo colui che getta avanti alle proprie azioni parole auree e mantiene più di quanto prometta : egli infatti vuole il proprio tramonto . Io amo colui che giustifica gli uomini dell' avvenire e redime quelli del passato : a causa degli uomini del presente egli infatti vuole perire . Io amo colui che castiga il suo dio perchè ama il suo dio : giacchè dovrà perire per l' ira del suo dio . Io amo colui l'anima del quale trabocca da fargli dimenticare se stesso, e tutte le cose sono dentro di lui: tutte le cose divengono così il suo tramonto. Io amo colui che è di spirito libero e di libero cuore: il suo cervello, in tal modo, non è altro che le viscere del cuore, ma il suo cuore lo spinge a tramontare. Io amo tutti coloro che sono come gocce grevi, cadenti una a una dall'oscura nube incombente sugli uomini: essi preannunciano il fulmine e come messaggeri periscono. Ecco, io sono un messaggero del fulmine e una goccia greve cadente dalla nube: ma il fulmine si chiama superuomo

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