giovedì 31 ottobre 2024

(dalla libreria di casa) Buone Pratiche di resistenza conoscendo gli stili del potere, tutto e tutto quanto


Dal maggior sociologo radical d’Oltreoceano, un’analisi elegante e spietata di una costante della civiltà occidentale moderna: il tentativo di imporre come valore universale e superiore ciò che serve i nostri interessi economici, culturali, politici. Cosa c’è dietro l’universalismo dell’Occidente dietro la retorica che ne sancisce la superiore capacità di elaborare modelli politici, sociali e culturali desiderabili per l’intera umanità? Wallerstein, intellettuale radical di fama internazionale, che ha introdotto nelle scienze sociali la categoria di sistema-mondo e che (sulla scorta di Braudel) ci ha insegnato a capire la “lunga durata” dei processi del capitalismo, analizza a tutto campo questa pretesa. L’autore vuole dimostrare che i concetti di democrazia, diritti umani, primato della “civiltà occidentale”, oggettività delle leggi di mercato – tutti spacciati come inevitabili e addirittura benefici per i soggetti e i popoli soggiogati – rappresentino, invece, il frutto di una gigantesca costruzione; riconoscerne il carattere artificiale e violento costituisce, secondo il grande studioso americano, il primo, decisivo passo nella direzione della liberazione e dell’emancipazione.
Dai dibattiti teologici cinquecenteschi sull’anima degli indios in America Latina sino a Bush e alla “foglia di fico” dell’interventismo umanitario, Wallerstein ricostruisce, con la consueta finezza intellettuale e con uno stile piano ed elegante, la diffusione inarrestabile dell’orientalismo, del diritto all’intervento e dell’egemonia della scienza sul sapere umanistico, ovvero degli strumenti del supposto universalismo al servizio degli interessi particolari dell’Occidente. Insieme saggio di storia delle idee, testo di decostruzione intellettuale e libro fortemente politico, La retorica del potere è un inno a quell’«universalismo universale» in cui l’autore crede profondamente. (anno 2007 come data di pubblicazione)


https://fazieditore.it/catalogo-libri/la-retorica-del-potere/


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Dalle tesi di Laurea di Tea Hoxha Confederalismo Democratico: un nuovo paradigma politico

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PADOVA DIPARTIMENTO DI SCIENZE POLITICHE, GIURIDICHE E STUDI INTERNAZIONALI Corso di laurea Triennale in Scienze Politiche, Relazioni Internazionali e Diritti Umani- anno accademico  2023/2024- caoitolo 2      Radici politiche paragrafo 3 Sistema-mondo, Wallerstein

intera tesi al sito 

 https://thesis.unipd.it/retrieve/35584f8d-7e38-40a4-bf60-c0008e163165/Hoxha_Tea.pdf


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Nella sua ultima pubblicazione, Sociologia della Libertà (2020), Ocalan ribadisce l'impatto che le teorie di Immanuel Wallerstein hanno avuto sull'elaborazione dell'apoismo(37) in particolare richiama - e talvolta critica sottintendendone i limiti - la nozione Wallersteiniana del sistema- mondo.

Il volume The Modern World System: Capitalist Agriculture and the Origins of the European World Economy in the Sixteenth Century pubblicato nel 1974 dalla Academic Press di New York e scritto da Immanuel Wallerstein segna l'ascesa della teoria del sistema-mondo, introducendo un approccio olistico all'analisi delle relazioni politiche e economiche su scala mondiale.

Il rinomato sociologo introduce questo nuovo sistema analitico a seguito dei movimenti di liberazione nazionale dopo la caduta dei grandi imperi coloniali, dei moti rivoltosi studenteschi globali del 1968, nel contesto della crescente globalizzazione e delle interdipendenze economiche tra le nazioni.

Wallerstein faceva parte della corrente teorica nota come "teoria del sistema-mondo" o "teoria della dipendenza" (assieme agli studiosi André Gunder Frank, Samir Amin e Giovanni Arrighi) e nella formulazione della sua analisi prende ispirazione e adotta alcuni dei concetti elaborati da Fernand Braudel all'interno della sua Scuola degli Annales (il mondo economico e la lunga durata) e da Karl Marx (economia politica e accumulazione del capitale) .


37 L'ideologia alla base del confederalismo democratico, comunalismo curdo.

 

La teoria sfida i presupposti della scienza sociale del XIX secolo e inizialmente nasce come una critica mirata alla teoria della "modernizzazione" e come approccio sostitutivo all'interno del discorso dei development studies.

Wallerstein introduce il concetto e l'origine teorica del sistema mondiale nei seguenti termini:


"[Il sistema-mondo] è una struttura sociale dotata di confini, strutture, gruppi, regole di legittimazione e coerenza. La sua esistenza è il risultato dei conflitti tra forze che lo tengono insieme con la tensione e lo lacerano dato che ciascun gruppo cerca di continuo di riplasmarlo a proprio vantaggio. Esso ha le caratteristiche di un organismo dalla vita breve, le cui caratteristiche per certi aspetti mutano e per certi rimangono stabili. Le sue strutture possono essere definite volta a volta forti o deboli secondo la logica interna al suo funzionamento." (38)


Wallerstein mette in atto quella che alcuni definiscono una "rivoluzione copernicana": l'unità di analisi da prendere in considerazione per lo studio della realtà sociale non è più quella della società stato o dello stato nazionale ma quella del sistema mondo nella sua interezza, offrendo una prospettiva globale e comparativa.(39)

Inoltre, secondo questa prospettiva, lo sviluppo e il sottosviluppo sono stati strutturati, nel corso dei secoli, dalla lunga storia dei rapporti di forza globali. (40)


Al posto degli stati nazionali come oggetto di studio, Wallerstein riprende i "sistemi storici" che, sostiene, fossero esistiti fino a quel momento in sole tre varianti: minisistemi - piccole economie chiuse tipiche dell'antichità - , imperi-mondo - vaste unità politiche che coprivano grandi territori e comprendevano più popoli e culture diverse tra loro (ad esempio i grandi Imperi del passato come quello cinese, quello romano, quello arabo) - e infine le economie mondo. (41)


38 Wallerstein, I. (1974). Il sistema mondiale dell'economia moderna. Volume I - L'agricoltura capitalistica e le origini dell'economia-mondo europea nel XVI secolo. Bologna: Il mulino. (G.Panzieri e D. Panzieri, Trans).


39 Bassano, G., Jacob, F., (2023). Wallerstein 2.0 : Thinking and Applying World-Systems Theory in the 21st Century (F. Jacob, Ed.). pp. 7-10


40 Chase-Dunn, C., Smith, J., Manning, P., & Grubačić, A. (2020). Remembering Immanuel Wallerstein. Journal of World-System Research, (Vol 26) , https://www.researchgate.net/publication/340067781_Remembering_Immanuel_Wallerstein


41 Wallerstein, I. (2006). Comprendere il mondo: Introduzione all'analisi dei sistemi-mondo (M. Errico, Trans.). Trieste: Asterios Editore. pp. 38-39

 

Il capitalismo diventa l'economia-mondo predominante in Europa a partire dal XVI secolo: inizialmente attraverso l'imperialismo, impone le sue regole e gerarchie in tutto il mondo espandendosi e radicandosi fino a diventare il sistema globale di oggi.

Infatti con la fine del feudalesimo gli imperi-mondo si erano sono dissolti e a partire dal 1500 in Europa inizia ad emergere l'economia del mondo moderna; ciò avviene soprattutto grazie alle scoperte geografiche che permisero conseguentemente le prime espansioni economiche e commerciali.

Wallerstein ha definito tale sistema come:

"un sistema storico concreto e singolare che chiamerò 'economia mondo capitalista', i cui confini temporali vanno dal XVI secolo a oggi. I suoi confini spaziali originariamente comprendevano l'Europa (o la maggior parte di essa) e l'America iberica, ma successivamente si sono ampliati fino a coprire l'intero globo. Presumo che questa totalità sia un sistema, cioè che sia stata relativamente autonoma dalle forze esterne; o, per dirla in altro modo, che i suoi modelli siano spiegabili in gran parte in termini di dinamiche interne." (42)


L'economia-mondo è un sistema economico unificato ma politicamente frammentato il quale si estende oltre i confini degli stati-nazione: al suo interno vi sono molteplici unità politiche, tenute insieme nel nostro sistema-mondo moderno in un sistema interstatale a maglie larghe.(43)


E' caratterizzata da una divisione del lavoro geograficamente differenziata e da relazioni di interdipendenza economica tra le diverse regioni e paesi, accordando priorità all'incessante accumulazione di capitale.(44)

L'economia-mondo moderna è quindi divisa in tre organismi: i centri, (rappresentati da pochi e potenti Stati), le periferie (gli Stati meno sviluppati sul piano industriale e tecnologico) e le



42 Wallerstein, I. (2000). The three instances of hegemony in the history of the capitalist world-economy. In The essential Wallerstein, New York: The New Press, p.253 (traduzione personale)


43 Wallerstein, Comprendere il mondo, p.47


44 Ibidem.

 

semiperiferie (Stati periferici che hanno iniziato il proprio processo di avvicinamento agli standard dei centri). (45)

I centri si concentrano sulle advanced skills, sullo sviluppo tecnologico, sulla produzione ad elevata intensità di capitale e di merci ad alto profitto; le periferie si occupano delle low skills, del rifornimento di manodopera a basso costo, dell'approvvigionamento verso i centri di materie prime e beni agricoli; le semiperiferie, invece, tentano di bilanciare queste due tendenze al fine di tendere all'equilibrio.


Tra questi attori esiste una fondamentale divisione del lavoro: i centri acquistano beni a prezzi bassi dalle periferie e contemporaneamente impongono a queste ultime di acquistare ad alto prezzo i beni 'superiori' e 'complessi' prodotti dagli stessi centri, mettendo in atto un processo fortemente diseguale. (46)

In questo senso, il legame tra nucleo e periferia è simbiotico: la nazione centrale attraverso istituzioni neo-coloniali - come gli investimenti stranieri, la globalizzazione finanziaria e il commercio - crea un rapporto di dipendenza con la nazione periferica che si affida agli Stati centrali per la sua sopravvivenza e il suo progresso. In aggiunta, la nazione meno avanzata è vista come il risultato della superiorità coloniale degli Stati centrali, e la loro dipendenza garantisce l'espansione delle metropoli e un minore progresso negli "Stati satellite".

45 Wallerstein, Comprendere il mondo, pp. 40-41

46 Ibidem.


la foto qui citata è riscontrabile a pagina 31 della tesi di laurea indicata in premessa 

Fig 2.2: Rappresentazione visuale dei processi di co-dipendenza tra centro, semiperiferia e periferia. Fonte: https://medium.com/@kendallgrace15/periphery-role-in-the-world-systems-theory-fa5d291cac55

Bisogna menzionare anche i concetto di temporalità e spazialità i quali rivestono un ruolo di rilievo all'interno dell'analisi del sistema-mondo: Tempo e Spazio sociale sono infatti considerate come realtà costruite e in continua trasformazione, strettamente interconnesse, e Wallerstein - sulla scia delle teorizzazioni di Braudel - ne sostiene l'analisi simultanea all'interno del contesto delle relazioni internazionali. In altre parole, la comprensione degli eventi universali richiede lo studio sia della dimensione spaziale come la geografia (e dunque anche le interazioni tra le diverse regioni globali), sia della dimensione temporale come la storia (e i relativi cambiamenti nel tempo). (47)

Immanuel Wallerstein nota anche che il sistema-mondo moderno è in una fase di crisi strutturale: la globalizzazione e il sistema capitalista hanno profondamente trasformato le sue dinamiche e fatto emergere particolari sfide e complessità.

In conclusione, Wallerstein ha cercato di fornire una spiegazione storica e sociologica alla distribuzione diseguale della ricchezza e del potere nel mondo e citando le parole di Ocalan

"[...] il principale vantaggio del pensiero di Wallerstein è che fornisce una migliore analisi della via d'uscita dal sistema-mondo, il che lo rende un contributo importante."(48)


47 Kolley, A. M. (2024). Immanuel Wallerstein's world-systems theory. Hitit University, Faculty of Economics and Administrative Sciences, Department of Political Science and Public Administration, https://www.researchgate.net/publication/379478106_IMMANUEL_WALLERSTEIN'S_WORLD- SYSTEMS_THEORY

48 Öcalan, The Sociology of Freedom, p.29, (traduzione personale)