Lettera ai contadini sulla povertà e la pace di Jean Giono (Autore) Maria Grazia Gini (Curatore) Ponte alle Grazie, 2016
Jean Giono è uno dei grandi scrittori contemporanei. Grande per le sue capacità letterarie, grande per la sua umanità. E' nato nel 1895 a Manosque, in Alta Provenza, dove ha vissuto tutta la sua vita e dove è morto nel 1970. Era figlio di immigrati piemontesi, il padre calzolaio e la madre lavandaia. "Era un artigiano calzolaio. Sapeva fare un paio di scarpe partendo dal rotolo di cuoio fino ad arrivare alle stringhe. Il rotolo di cuoio passava tra le mani di mio padre e si trasformava in scarpe fatte su misura e pronte da calzare. Preparava da solo tutti i pezzi della scarpa e utilizzava tutti i materiali adatti a fabbricarla: cuoio, filo, pece, setole di maiale, cera, chiodi; si serviva di tutti gli attrezzi nella loro diversità. Egli era l'assoluto padrone della sua vita, come un uomo degno di questo nome deve essere". Giono ha scritto, a mio parere, uno dei più grandi romanzi contro la guerra, "Le grand troupeau", che purtroppo non troverete in italiano. E' un romanzo che celebra la vita, come sempre i suoi scritti, e in particolare la vita semplice e contadina; un romanzo che fa vedere, sentire, annusare l'oscena mostruosità contronatura della guerra. Ma tutti i suoi scritti valgono la lettura, tutti i suoi personaggi sono realisticamente umani, ricchi, sangue carne e spirito, assieme ai suoi paesaggi, alberi, animali. Jean Giono è stato il cantore delle colline e montagne provenzali, della vita campagnola in ogni suo aspetto, acqua e vento e stormire di fronde, del popolo contadino, della generosità e della gloria inconsapevole.
Nel libro di cui riporto i brani Giono fa un accorato appello a quella che chiama "la classe contadina" perché non smarrisca le sue grandiose caratteristiche, perché non muoia. Oggi che in Occidente i contadini non esistono più, ma solo i cosiddetti "imprenditori agricoli", cioè imprenditori come tutti gli altri, intenti a sfruttare la terra, sé stessi e (i più ricchi) il lavoro salariato; intenti a competere per aumentare le proprie ricchezze con monocolture intensive e a fare la spesa al supermercato, è particolarmente interessante e commovente leggere questo appello. Dato poi che l'Occidente e le sue multinazionali stanno sistematicamente distruggendo i contadini anche degli altri continenti.
https://www.soniasavioli.it/post/lettera-ai-contadini-sulla-povertà-e-la-pace
Lo stesso link presenta un brano del libro
https://www.youtube.com/watch?v=d2ZBEn55Oro