sì, è possibile essere cristiani senza frequentare alcuna chiesa.
Questa risposta (che a qualcuno sembrerà avventata o anche sbagliata) dev’essere illustrata con almeno tre ulteriori considerazioni. 1. Essere cristiani significa credere in Cristo come Signore e Salvatore, confessare il suo nome, diffondere il suo insegnamento e il suo esempio, annunciare la sua morte salutare e la sua risurrezione, seguirlo e servirlo nella persona dei suoi «minimi fratelli».
Essere cristiani significa appartenere a Cristo, con il corpo e con l’anima, in vita e in morte. Cristo però non è mai solo: ha dei fratelli e delle sorelle che costituiscono la sua comunità. Li ha avuti quand’era tra noi, anche se poi, nel momento decisivo, tutti, senza eccezioni, lo hanno abbandonato e «lasciato solo» (Giovanni 16, 32); e li ha oggi, sparsi per il mondo.
Addirittura l’apostolo Paolo dice che i cristiani sono «il corpo di Cristo». Ai cristiani di Corinto (benché tutt’altro che esemplari) dice: «Voi siete il corpo di Cristo, e membra di esso, ciascuno per parte sua» (I Corinzi 12, 27).
Ora, se essere cristiani significa appartenere a Cristo, la domanda diventa: Si può appartenere a Cristo senza appartenere alla chiesa? Si può essere uniti al Capo senza essere uniti al corpo? Evidentemente no. La comunione con Cristo comporta necessariamente la comunione con la sua comunità, i suoi fratelli e le sue sorelle sparsi per il mondo. Difatti il nostro lettore non chiede se l’essere cristiani sia compatibile con il non appartenere ad alcuna chiesa, ma se sia compatibile con il non frequentare alcuna chiesa. Appartenere e frequentare non sono la stessa cosa. Il nostro lettore appartiene alla chiesa di Cristo, ma non frequenta, in questo momento, nessuna chiesa storica. Come è possibile questo? È possibile perché la chiesa non è solo visibile, ma anche invisibile. Lutero, nella sua diatriba con Erasmo, scrive in proposito: «La Chiesa di Dio, mio caro Erasmo, non è qualcosa di così comune come le parole “Chiesa di Dio”, né i santi di Dio si incontrano tanto facilmente come le parole “santi di Dio”. Sono come perle e nobili gemme, che lo Spirito non getta dinanzi ai porci [Matteo 7, 6], ma – come afferma la Scrittura – le conserva nascoste, affinché l’empio non veda la gloria di Dio… La Chiesa è nascosta, i santi non sono evidenti» (abscondita est ecclesia, latent sancti). Ora, se è vero che la chiesa è nascosta e i santi non sono evidenti, allora può darsi che un cristiano non riesca a riconoscere in nessuna chiesa storica di cui è a conoscenza i tratti di quella «chiesa di Dio» che egli forse cerca. Perciò non ne frequenta nessuna. Ma questo non significa che egli non sia membro di quella «chiesa invisibile » costituita da tutti coloro che credono in Cristo, lo amano e lo servono. Chi appartiene a Cristo, appartiene anche alla chiesa, quanto meno a quella invisibile. E si noti bene: non si appartiene a Cristo perché si appartiene alla chiesa, ma, al contrario, si appartiene alla chiesa perché si appartiene a Cristo; non si è uniti al Capo perché si è uniti al corpo, ma, al contrario, si è uniti al corpo perché si è uniti al Capo. A questo proposito è molto significativo che nelle due maggiori confessioni di fede della chiesa antica (nel Credo detto apostolico e in quello detto ecumenico, il Niceno- costantinopolitano) è ben presente anche la chiesa, il che significa che credere in Dio Padre, Figlio e Spirito Santo, sfocia spontaneamente nel «credere la chiesa». Dove c’è Dio, la sua Parola, il suo Spirito, lì c’è la chiesa, anche se dovessero essere solo due o tre persone riunite nel nome di Gesù. Alla luce di tutto questo, la domanda diventa: è possibile appartenere alla chiesa invisibile senza appartenere a nessuna chiesa storica? Sì, è possibile. L’apostolo Pietro, ad esempio, indirizza la sua prima Lettera «agli eletti che vivono come forestieri dispersi nel Ponto, nella Galazia, ecc.» (I Pietro 1, 1)
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