Le analisi politiche sul senso dello sciopero generale di oggi organizzato da CGIL ed UIL in fondo hanno poca importanza ed altrettanta poca importanza ha la solita guerra sui numeri e sulle percentuali dei partecipanti.
E la stessa ipotesi circa una mutazione genetica dei due sindacati verso una configurazione politica di opposizione "da sinistra, per quanto interessante ed anche legittima non coglie il senso di quel che è accaduto: una possibile tempesta/una speranzosa tempesta
I due sindacati hanno chiarito che nessun governo è eterno, hanno comunicato che questo governo di unità nazionale non è proprio proprio di unità nazionale perché ha scelto quale rappresentanza sociale privilegiare in un momento, anche precedente alla pandemia, in cui i ricchi diventano sempre più ricchi e i poveri non solo sempre più poveri ma aumentano il loro numero e le stragi dei morti sul lavoro non hanno fine.
Il luogo pre politico dello sciopero, luogo etico sta tutto nelle dichiarazioni di Elly Schlein, vicepresidente della Regione Emilia Romagna "Nessun governo è intoccabile. E questo non ascolta"
Non abbiamo più il Messia Patriottico che aprirà le acque del Mar Rosso e ci porterà verso la Terra Promessa dove scorre latte e miele.
"Questo governo non ascolta" La sua stagione messianica. è finita. Resta un governo legittimo ma di parte ,un governo schierato, un governo neo liberista . Il Re è nudo e la tempesta sta nella speranza di tornare a fare politica territoriale, concreta incontrando le persone, il loro vissuto, i loro bisogni, le loro gioie e le loro angosce.Il sindacato nel pre politico oggi fa sognare: tornano i movimenti di massa, torna la beneamata lotta di classe o meglio ritorna come possibilità di rivincita. perché la prima partita di lotta di classe nel secolo XX e nel primo ventennio del XXI l'han vinta i padroni molti dei quali probabilmente elettori dell'arcipelago del centro sinistra che del governo neo liberista è cantore e menestrello.
E se tornano i movimenti di massa, torna la distinzione seria tra sinistra e destra ,meglio tra sinistra di rappresentanza costituzionale di classe ed estrema destra, nulla togliendo alla necessità politica dell'esistenza di una destra seria e costituzionale avversaria ma dentro la Repubblica. E se tornano i movimenti di massa non c'è più spazio per liquidità fumose e per indebite appropriazioni . Recentemente l'Huffington Post denunciava sconsolatamente come definitiva l'appropriazione delle meditazioni di Pasolini all'interno della galassia no vax e dell'estrema destra italiana ed europea (https://www.huffingtonpost.it/entry/pasolini-improbabile-icona-no vax_it_61adb4b1e4b044a1cc25317b)
Tutto questo è stato reso possibile perché l'orizzonte etico, laicalmente etico del luogo pre politico, delle visioni contrapposte è stato azzerato e tutto è di tutti e quindi nulla è di nessuno.
Lo sciopero del 16 Dicembre ci narra una speranza: ci sono i padroni e ci sono gli sfruttati, ci sono gli ultra garantiti e ci sono i fragili, ci sono i ricchi ai quali la stessa ipotesi pur minima di una tassa sulle procedure di successione suscita le urla perché ritenuta possibile patrimoniale, e i poveri che chiedono una seria patrimoniale ed una seria lotta all'evasione fiscale per una più equa distribuzione del reddito, ci sono coloro i quali non hanno problemi per l'acquisizione dei servizi al cittadino perché possono sempre adire il luogo privatistico con l'odor del denaro e coloro i quali per quei servizi del welfare si scontrano ogni giorno con il mostro della burocrazia e delle consorterie
Poi ci sono gli intellettuali..
"Il primo dovere degli intellettuali, oggi, sarebbe quello di insegnare alla gente a non ascoltare le mostruosità linguistiche dei potenti al governo, a urlare, a ogni loro parola, di ribrezzo e di condanna. In altre parole, il dovere degli intellettuali sarebbe quello di rintuzzare tutte le menzogne che attraverso la stampa e soprattutto la televisione inondano e soffocano quel corpo del resto inerte che è l'Italia.
Invece, quasi tutti gli intellettuali accettano sostanzialmente quello che accettano i potenti al governo. Essi non sono affatto scandalizzati dalla mostruosità della lingua degli attuali detentori del potere".
#PierPaoloPasolini, 27 marzo 1975, Lettere Luterane, 1976.